«Ucciso per colpa di Elmas, ci deve risarcire»

I parenti della vittima accusano il macedone che smentisce la ricostruzione degli inquirenti

Il macedone ora dice che non era lui l’obiettivo dell’aggressione e che il kosovaro che gli ha sparato e che ha ammazzato per errore il connazionale non lo conosceva. Una versione che contraddice quanto ricostruito dagli uomini della Squadra Mobile di Marco Odorisio coordinati dal pm Fabio Gava. Ma la realtà è diversa e si scopre che Gjuner Elmas, 32 anni, il macedone ferito nella sparatoria di piazza Mercato a Marghera il 10 marzo, conosceva bene il suo feritore e cerca di raccontare una nuova storia perché parenti e amici della vittima innocente Ajdin Isak (nella foto) lo ritengono il responsabile morale della morte del congiunto. E qualcuno chiede pure soldi come risarcimento.

Elmas sostiene pubblicamente che lui non era l’obiettivo e che non conosceva Driton Sinani, il kosovaro ritenuto l’assassino di Isak e il suo feritore. Una realtà ben diversa da quella ricostruita con numerose testimonianze e verificata dagli investigatori di Marco Odorisio. Infatti ci sono due donne che collegano il kosovaro e il macedone: Maria, cameriera in centro storico, e Silvia, baby sitter a Mestre. Entrambe moldave e amiche. Tutto ha inizio nel dicembre 2011: Maria, fidanzata di Elmas, gli chiede il permesso per uscire con Silvia, allora fidanzata di Driton e in precedenza fidanzata di Marc, amico di Elmas. Le due ragazze si ritrovano e Silvia fa guidare l’Alfa Romeo 147 di Driton a Maria. Le ragazze raggiungono via Piave, parcheggiano l’auto vicino a un bar per andare a negozi. Elmas e l’amico Marc le vedono e attendono che le due ragazze si allontanino e dopo essere scesi dalla loro auto, una Punto di colore bianco, tagliano con un coltello le quattro ruote dell’auto.

Quando ritornano Maria e Silvia trovano le gomme a terra e chiamano Driton. I quattro spingono l’auto da un gommista e sostituiscono le gomme. Maria che ha capito chi è stato anche perché aveva visto il fidanzato e l’amico passare in auto, si offre di pagare le gomme. Driton non accetta e paga.

La rivalità per le due moldave tra i macedoni e il kosovaro inizia a diventare molto accesa nonostante le due coppie frequentino assieme alcuni locali di Mestre, tra cui il Narghilè di via Giustizia. La tensione cresce, tanto che Elmas e Driton si sentono al telefono il 7 gennaio dell’anno scorso e cercano di ricomporre gli attriti. Il giorno dopo Driton, mentre si trova davanti ad un bar di Mestre, viene aggredito e picchiato a sangue da tre macedoni. Tra questi c’è anche Marc, l’amico di Elmas. Il kosovaro rimane ricoverato in prognosi riservata per sei giorni all’ospedale dell’Angelo e lo assiste il fratello minore Riza. È nel letto dell’ospedale che Driton decide di vendicarsi con Elmas perché lo ritiene responsabile. E quando il 10 marzo scorso i fratelli kosovari si recano in piazza Mercato per vendicarsi puntano diretti verso Elmas: uno lo colpisce coltellate e l’altro gli spara contro. Il pm Fabio Gava ha deciso di sentire Elmas e capire perché ora racconta una storia contraria a quanto accertato. (c.m.)

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