«Troppi permessi studio per la seconda laurea», capotreno di Chioggia lasciata a casa

CHIOGGIA. Il diritto allo studio anche per chi lavora dovrebbe essere garantito, invece, spesso, non lo è affatto. Una capotreno, nata e cresciuta a Baone d’Este (Padova) e residente a Chioggia, da oggi sarà lasciata a casa da Trenitalia dopo un contratto di apprendimento professionalizzante durato tre anni.
Per la prima volta, la Direzione Regionale del Veneto di TrenItalia non ha prorogato a un capotreno il rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, sebbene la ferroviera in questione abbia superato con successo tutte le tappe del percorso di formazione professionale.
Immediata la reazione del sindacato Orsa. Già oggi alle 13, dentro la stazione di Santa Lucia, si è tenuto un primo sit-in dei colleghi e degli iscritti all’Orsa alla fine dell’ultimo viaggio di lavoro della capotreno lasciata a casa.
«Abbiamo già scritto una lettera all’ad di Trenitalia, Orazio Iacono», spiega Valentina Invaso, segretaria compartimentale di Venezia per l’Orsa, «abbiamo analizzato, con meticolosità, il curriculum della nostra iscritta. Non ha mai ricevuto alcun tipo di contestazioni e di addebiti disciplinari.
Non è mai rimasta a casa per troppi giorni di malattia. Solo una volta ha ricevuto un richiamo verbale con una motivazione per niente pesante. Secondo noi non le è stato prorogato il contratto solo perché, durante i tre anni di lavoro, ha chiesto e ottenuto un determinato numero di permessi retribuiti solo per laurearsi in Scienze dell’alimentazione all’Università Telematica San Raffaele, di Roma, dove si sta ancora specializzando in Scienze nutrizionali.
Insomma abbiamo il timore che la nostra capotreno, già laureata e con la volontà di arrivare a una seconda laurea, è stata lasciata a casa solo perché ha scelto di continuare gli studi sebbene sia stata già assunta nelle Ferrovie dello Stato.
È un licenziamento sbagliato perché l’organico dei capitreno perderebbe una lavoratrice preparata e colta». Sempre la sindacalista dell’Orsa anticipa che, se la mancata proroga del lavoro alla capotreno sarà confermata, si potrebbe arrivare anche a uno sciopero regionale.
Amarissimo il commento dell’interessata: «A pensare che ho sempre fatto il mio dovere sono amareggiata. Perché hanno lasciato fuori solo me? Per fortuna al mio fianco c’è il sindacato, che farà di tutto per far rispettare i miei diritti».
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