Treno fermato per far scendere il segretario del Coisp

PORTOGRUARO. Per far scendere Franco Maccari, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp e poliziotto veneziano, il treno veloce, che non avrebbe dovuto fermare in quella stazione, si sarebbe bloccato a Portogruaro. Questo sta scritto in una segnalazione che la Polizia ferroviaria veneziana ha inviato alla Procura della Repubblica lagunare sulla base dell’esposto del capotreno e ora sta sul tavolo del pubblico ministero Laura Cameli, la quale dovrà stabilire prima se è stato commesso un reato e in secondo luogo chi avrebbe dato l’ordine per capire se iscrivere qualcuno sul registro degli indagati.
Maccari la racconta in un altro modo: «Stavo tornando da Roma con una Freccia e dovevo scendere a Mestre», sostiene Maccari, «ma mi era addormentato e mi sono accorto che ormai il treno stava correndo verso Trieste, così ho chiesto prima al capotreno se poteva fermarsi a Portogruaro, poi ho fatto una telefonata ad un collega della Polfer ponendogli la stessa richiesta: entrambi mi hanno risposto che non era possibile, così sono arrivato a Trieste, dove un collega di quella città mi è venuto a prendere in macchina. Tutto qui».
La ricostruzione dei fatti, messa nero su bianco dalla Polfer, però, non corrisponde a quello che riferisce il segretario generale del Coisp. Nel documento si riporta la versione del capotreno: il convoglio a Portogruaro si sarebbe fermato, altrimenti non ci sarebbe alcuna circostanza da segnalare alla Procura. Maccari, però, non sarebbe sceso perché il capotreno si è opposto al fatto che si aprissero le porte in una stazione non prevista e ha immediatamente fatto ripartire per Trieste il convoglio.
Stando a questa ricostruzione, a convincere chi guidava il treno a fermarsi sarebbe stata una telefonata da parte della Centrale di Trenitalia, avvertita della necessità di bloccare il convoglio a Portogruaro da una chiamata di un poliziotto della Ferroviaria, lo stesso contattato da Maccari. E quello che potrebbe finire nei guai è proprio lui, più che il segretario nazionale.
Il pm, dunque, dovrà stabilire se davvero il treno si è fermato e i testimoni sono molti, quindi, se davvero è andata così, dovrà ricostruire le telefonate. Maccari ammette di aver chiamato il collega della Polfer, ma semplicemente per chiedergli se si poteva fare. Il collega ha davvero telefonato alla Centrale e, per fermare il treno veloce a Portogruaro, che cosa ha raccontato? Se è andata così, trattandosi di un pubblico ufficiale, potrebbe scattare l’abuso d’ufficio o l’interruzione di pubblico servizio.
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