Tra i fattori di rischio la posizione durante il sonno

La sindrome della morte improvvisa del lattante, nota anche come sindrome della “morte improvvisa infantile”, oppure in terminologia comune “morte in culla” o “morte bianca” è un fenomeno che non...

La sindrome della morte improvvisa del lattante, nota anche come sindrome della “morte improvvisa infantile”, oppure in terminologia comune “morte in culla” o “morte bianca” è un fenomeno che non trova ancora alcuna spiegazione scientifica. Si manifesta provocando la morte improvvisa ed inaspettata di un lattante apparentemente sano, la morte resta inspiegata anche dopo l'effettuazione di esami post-mortem. La sindrome colpisce i bambini nel primo anno di vita ed è a tutt'oggi la prima causa di morte dei bambini nati sani.

Ha un'incidenza stimata in Italia, per similitudine con altri paesi, che oscilla tra 0,7 e 1 per mille, ma non esistono attualmente dati statistici precisi in Italia. A fronte dell'impossibilità di determinare una causa univoca, sono stati effettuati studi epidemiologici che hanno rilevato l'esistenza di alcuni fattori di rischio: tra i principali vi è la posizione nel sonno diversa da quella supina (il rischio è infatti molto più alto se il neonato dorme appoggiato sullo stomaco, o su un fianco). È quindi fortemente consigliato mettere sempre il bambino a dormire supino (dorso della schiena appoggiato al letto, pancia in alto). Si stima che se la più sicura abitudine di far dormire i bambini supini invece che proni si fosse diffusa a partire già dagli anni '70, ovvero da quando erano disponibili le prime evidenze scientifiche e cliniche in merito, si sarebbe potuta salvare la vita di circa 50.000 bambini nei soli Paesi occidentali.

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