Porto, la posizione del centrosinistra: «Navi a Marghera per 15 anni, stop al Vittorio Emanuele»
L’avvocato favorevole all’uso della Marittima per l’approdo delle Ferrari del mare: «Per i grandi numeri la prospettiva è al di fuori dalla laguna, nello scalo d’altura»

Il porto d’altura è l’unica soluzione per garantire un futuro all’economia portuale veneziana. Con un periodo “provvisorio” di 15 anni con le navi a Marghera.
In Marittima ci dovranno andare i grandi yacht e le “piccole grandi navi”. Un porto “abitato”, senza più meganavi da crociera, aperto anche alla città e a nuove funzioni urbane.
Alessio Vianello, presidente dell’associazione “I futuri di Venezia” e tra i più probabili candidati sindaci del centrosinistra, rompe gli indugi. Per la prima volta lancia senza tatticismo la proposta che pare condivisa dal mondo dell’economia portuale e anche dagli ambientalisti. Il porto fuori dalla laguna. In Marittima gli yacht e nuove opportunità di crescita compatibili con l’equilibrio lagunare.
Perchè Vianello?
«Perché come sappiamo tutti l’unico futuro possibile per il porto è l’off shore, fuori dalla laguna. Tra qualche anno il livello del mare crescerà, il Mose dovrà essere chiuso quasi ogni giorno. Non ha più senso parlare di scalo portuale in laguna. E’ uno dei punti cardine del nostro programma».
Dunque addio agli scavi del Vittorio Emanuele?
«Ma certo! E’ una posizione vecchia, una battaglia di retroguardia. Anche chi la sostiene sa benissimo che non potrà durare. Allora io faccio appello alla città, perché si sblocchi finalmente con un progetto bypartisan la questione dell’off shore, o meglio del porto in mare. Quella è l’unica alternativa. Bisogna lavorarci, altrimenti la transizione diventa alternativa definitiva».
Come lo immagina questo porto d’altura?
«Ci sono varie soluzioni tecniche, e un concorso internazionale aperto voluto dal governo Draghi. Certo che si deve costruite una piattaforma d’altura dove le navi possano attraccare e poi senza rotture di carico, magari con un tunnel, tapis roulant o ferrovia sotto il mare, i container possano essere lavorati a Marghera. Solo così si rilancia una funzione storica della città, quella portuale, che oggi è ad alto rischio».
E in Marittima solo yacht?
«Certo. Nuove possibilità di lavoro come giustamente ha detto anche il presidente della Vpc Calderan».
Vuol dire ancora turisti…?
«No, perché l’altro punto del nostro programma riguarda il numero chiuso e la prenotazione obbligatoria».
Con la sua proposta si fermano anche gli scavi in laguna?
«Il Vittorio Emanuele di sicuro.Il canale dei Petroli dovrà essere mantenuto a una certa quota per qualche anno, poi senza meganavi si dovranno rivedere le profondità. E’ una strada obbligata. Le grandi navi passeggeri e commerciali non potranno resistere a lungo dentro la laguna». —
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