Torre di legno di Jesolo, vittime truffate già con l’operazione “Greenery”

JESOLO. Da San Donà fino a Mestre, fioccano le denunce alle società coinvolte nella realizzazione della torre di legno, “Cross Lam Tower”, alle spalle di piazza Trieste.
Nel mirino delle denunce, le società Urban Bio e Mia Re srl, entrambe di Treviso e legate alla realizzazione della torre di 14 piani nel lotto di via don Guerrino Bertolin. Le prime denunce sono nate però sulla scorta di un’altra operazione immobiliare, quella per la costruzione della mai realizzata “Greenery” in via Pordenone, palazzina di 3 piani e 12 appartamenti che non ha mai visto la luce. Anche in questo caso caparre o spese versate per intero e famiglie ora costrette a rivolgersi ai legali per ottenere giustizia e soprattutto il denaro.
Una signora di San Donà si è rivolta all’avvocato Marina Guarinoni. «Ho versato 100 mila euro di caparra per Greenery», ricorda, «era il 2017. Circa la metà della somma intera per un appartamento in questa palazzina da realizzare con i criteri della bioarchitettura.
Poi scoprimmo che mancava addirittura il rogito per il terreno. Intanto, ci fu proposta quale alternativa un appartamento nella Cross Lam Tower spendendo altri 70 mila euro circa, quindi una somma importante. Ma non se ne fece nulla anche di questa. Noi abbiamo fatto denuncia non solo alla Mia Re, ma anche all’agenzia immobiliare che avevamo contattato e che pretese la mediazione».
Stessa avventura per una donna di Mestre, che ha versato invece 230 mila euro, sempre per Greenery, ovvero tutta la somma per l’acquisto di un appartamento, e che è riuscita a riaverne circa 30 mila e poi ha fatto causa. E anche lei aveva ricevuto la proposta di spostare l’investimento alla avveniristica torre in legno. La licenza edilizia per l’operazione in via Pordenone era dunque scaduta e successivamente sono scattate le denunce per truffa e la conseguente istanza di fallimento. Ora il fascicolo è stato aperto in Procura e sono state affidate le indagini alla guardia di finanza. Fabio Bordin di “Urban Bio” ha spiegato che la costruzione della torre in legno è naufragata a causa di un contenzioso con i proprietari dei terreni.
«Chiediamo chiarezza sulle due vicende», dice Salvatore Esposito di Rifondazione Comunista, «e un’indagine veloce e serrata da parte degli inquirenti affinché sia fatta luce su quanto accaduto e relative responsabilità. Bisogna dimostrare che non è possibile fare imprenditoria a Jesolo in questi termini». Jesolo Bene Comune, con Christofer De Zotti e Lucas Pavanetto, ha presentato un’interrogazione in cui invoca massima trasparenza sulla vicenda e chiarezza sul famoso convegno di presentazione della torre di legno più alta d’Europa con esponenti dell’amministrazione. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia