Top 500. Imprese in crescita, ma l’economia balla

Le performance positive delle aziende veneziane nel 2017 e nel 2018 si scontrano con lo spettro della recessione
GIORNALISTA: Morsego.AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: centro comm.le Le Barche, Mestre.DESCRIZIONE: giornata di sciopero del commercio
GIORNALISTA: Morsego.AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: centro comm.le Le Barche, Mestre.DESCRIZIONE: giornata di sciopero del commercio

MESTRE. Pam, Coin e San Marco Petroli. È questo il podio della classifica di Top 500 Venezia, che raggruppa le società veneziane che nel 2017 hanno registrato i maggiori fatturati. Ancora una volta si conferma prima Pam, il gruppo veneziano della grande distribuzione con sede a Spinea, con un fatturato di 2, 4 miliardi di euro.

Al secondo posto troviamo Coin, il department store italiano dedicato al mondo dell’abbigliamento, della bellezza e dell’home decoration, che ha chiuso il 2017 in flessione a 1, 47 miliardi. Grande balzo invece per la catena di distributori di carburanti San Marco Petroli, fondata a Marghera nel 1962, ha quasi raddoppiato il fatturato in un anno a 704 milioni. Giovedì 7 febbraio si è tenuta la presentazione di Top500, l’annuale appuntamento di Nordest Economia con l’analisti economico-finanziaria delle prime 500 aziende veneziane, nella sede di Confindustria Venezia-Rovigo.

Vi sono state illustrate le analisi di PwC e della facoltà di Economia dell’Università di Venezia, con un approfondendo sulle performance delle aziende della provincia veneziana scomponendole per settore. Venerdì 8 febbraio in allegato al nostro giornale il report completo con studi e casi aziendali. 

Il valore complessivo dei ricavi delle prime 500 aziende veneziane si attesta a 20, 6 miliardi, in crescita del 8, 6% rispetto all’omogeneo aggregato del 2016. La quota delle imprese in utile è elevata (87, 8%) e sostanzialmente stabile rispetto al 2016. Nel 2017 l’economia veneziana rappresentata dalle Top 500 ha proseguito il suo percorso di crescita.

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«Dall’analisi dei bilanci emerge la fotografia di un territorio che consolida la crescita del fatturato e della propria posizione patrimoniale e finanziaria, confermando altresì il livello dei propri margini operativi», spiegano Moreno Mancin (Università Ca’Foscari) e Filippo Zagagnin (Pwc). Una parte dello studio è poi dedicata all’anno appena concluso, che testimonia come i dati si mantengono sostanzialmente positivi, nonostante il fatto che l’ultima parte dell’anno abbia mostrato segnali di rallentamento dell’economia internazionale.

«Le turbolenze internazionali (tensioni commerciali, mancato accordo sulla Brexit e un rallentamento superiore al previsto della Cina), possono avere un impatto estremamente negativo sulle filiere globali» aggiungono Mancin e Zagagnin. «A queste si sommano fattori interni prevalentemente riconducibili alla gestione del debito pubblico, che rischia di generare tensioni sulla disponibilità di finanziamenti alle famiglie ed alle aziende, riducendo, quindi, consumi e investimenti».

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Quest’ultimo fattore di rischio potrebbe però non avere un impatto particolarmente negativo in considerazione del fatto che, negli ultimi anni, le aziende hanno prevalentemente finanziato la propria crescita mediante autofinanziamento. «Le turbolenze nel commercio internazionale», concludono gli esperti, «potrebbero avere un significativo impatto negativo in considerazione della vocazione all’export delle aziende veneziane». Prima della presentazione, alle 15,45, si terrà il workshop “Le aziende stanno bene, se le persone stanno bene – l’innovazione degli ambienti business incrementa le performance”, a cura di Francesca Rizzani, Mauro De Bona, Carlo Valerio e Giancarlo Cappellari di iOlab-Net. –

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