Al Goldoni di Venezia con i Fuoriserie, appuntamenti per interrogarsi e riflettere
Il ciclo ideato dalla Stabile in programma da febbraio ad aprile vedrà protagonisti Massimo Cacciari, Umberto Curi, Umberto Galimberti e Pietrangelo Buttafuoco, affiancati da Arianna Porcelli Safonov ed Edoardo Prati

Il cartellone Fuoriserie del Teatro Goldoni di Venezia offre nuove occasioni per “pensare a teatro”, tra divulgazione e approfondimento.
Il ciclo ideato dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale invita uomini e donne di cultura a interrogare il pubblico su questioni del nostro tempo, restituendo alla scena la sua natura di spazio civile e di confronto. Nati come progetti speciali accanto alla stagione di prosa, i Fuoriserie aprono il teatro al pensiero, alla parola e alla riflessione, offrendo forme diverse di racconto: lectio magistralis, narrazione, conferenze sceniche. Dal potere alla verità, dai sentimenti al dialogo fra culture, la rassegna attraversa temi diversi attraverso il linguaggio vivo della parola.
Sei appuntamenti con filosofia, narrazione e teatro di idee
In programma, da febbraio ad aprile, Massimo Cacciari, Umberto Curi, Umberto Galimberti e Pietrangelo Buttafuoco, affiancati da Arianna Porcelli Safonov ed Edoardo Prati, in sei appuntamenti che fondono filosofia, narrazione e teatro di idee.
La rassegna si apre il 7 febbraio con “Picchiamoci. Contro la violenza di genere sul genere umano”, scritto e interpretato da Arianna Porcelli Safonov, autrice e performer che unisce ironia e denuncia per raccontare la realtà contemporanea. Un incontro a teatro dove il linguaggio diventa strumento di consapevolezza, capace di spogliare la violenza dei suoi alibi e riportarla alla sua radice umana.
Il 4 marzo il filosofo Umberto Curi presenta “Edipo re di Sofocle”, produzione del Teatro Stabile del Veneto che riporta in scena la tragedia come rito fondativo del pensiero occidentale. Nella lettura di Curi il parricidio e l’incesto diventano figure del sapere e del rinnovamento, simboli dell’eterno passaggio tra il dio giovane e il dio vecchio.
Il 18 marzo “Cantami d’amore”, esordio teatrale di Edoardo Prati, il divulgatore ventunenne che ha portato la letteratura umanistica nelle piattaforme digitali. Dal Tasso di “Gerusalemme liberata” a Battiato, il suo viaggio attraversa le parole con cui la poesia ha saputo dire l’amore nei secoli.
Il 31 marzo è atteso Umberto Galimberti, filosofo e psicoanalista tra le voci più autorevoli del pensiero italiano, con “L’etica del viandante”, meditazione sull’uomo contemporaneo chiamato a ritrovare un equilibrio con la natura e a riconoscere, nell’età della tecnica, i limiti della propria hybris.
L’8 aprile ritorna al Goldoni il filosofo Massimo Cacciari con “Rex Destruens, Re Lear”, produzione dello Stabile che trasforma la lectio magistralis in un lavoro teatrale sul potere: Shakespeare diventa per Cacciari il terreno di una riflessione sulla perdita di misura e sulla tragedia dell’autorità quando si fa assoluta.
Chiude il ciclo, il 28 aprile, Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e presidente della Biennale di Venezia, con “Tre capitoli del Martirio ovvero Dioniso, Gesù e Hosseyn”, terza produzione dello Stabile in programma. Un racconto che mette in dialogo tre figure sacrificali e tre culture – la grecità di Dioniso, il cristianesimo di Gesù, l’Islam di Hosseyn – per interrogare il senso stesso del martirio come incontro fra umano e divino. —
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