Tagnin a giudizio per evasione: paga e patteggia

L’imprenditore veneziano, già teste d’accusa al processo per i controlli pilotati alle aziende, ha saldato 3,2 milioni al Fisco

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L’imprenditore veneziano Paolo Tagnin era stato uno dei testi d’accusa nell’indagine della Finanza coordionata dal pm Stefano Ancilotto, sulle verifiche fiscali pilotate all’Agenzia delle Entrate di Venezia. Accuse ripetute in aula, nel processo che ha poi visto il Tribunale condannare in primo grado l’ex dirigente dell’Agenzia Christian David, responsabile ufficio Grandi Contribuenti (8 mesi, pensa sospesa), l’ex colonnello della Guardia di Finanza Vincenzo Corrado a 4 anni e la commericialista trevigiana Tiziana Mesirca a 2 anni e 3 mesi (tutti si dichiarano innocenti e sono in attesa di appello). Quale ex rappresentante e amministratore della Baggio Trasporti Combinati di Marghera (dal 1993 al 2015), Tagnin aveva raccontato di essersi servito dei loro servigi, pagando per ottenere un importante “sconto” al termine di una ispezione fiscale: da parte sua, l’imprenditore veneziano era uscito dal processo patteggiando una pena a un anno e 8 mesi di reclusione, dopo l’accordo raggiunto tra l’avvocato difensore Alessandro Rampinelli con il procuratore aggiunto Ancilotto.

Ieri, però, Tagnin è tornato nuovamente davanti ad un giudice. Questa volta accusato in prima persona di evasione fiscale. Con due diversi capi di imputazione: come legale rappresentante e amministratore unico della società Giudecca 772 era accusato dal procuratore aggiunto Ancilotto di aver emesso false fatture per 373 mila euro a favore della Baggio Trasporti Combinati, per evadere le imposte sui redditi e l’Iva. Con un secondo (più pesante) capo d’imputazione, lo stesso pm ha accusato l’imprenditore 64enne - questa volta nella sua veste di (ex) amministratore della stessa Baggio Spa Trasporti Combinati di Marghera - di aver registrato fatture inesistenti per oltre 5 milioni e mezzo di euro, sempre allo scopo di evadere le imposte sui redditi.

Ieri il processo davanti al giudice per e udienze preliminari Stigliano Messuti si è concluso con un nuovo accordo sulla pena tra Procura e difesa e altri 3 mesi di reclusione per Tagnin, in continuazione con la pena precedente, per un totale di un anno e 11 mesi di reclusione.

Naturalmente, per ottenere il patteggiamento, l’imprenditore ha dovuto saldare ogni pendenza con l’Erario: nei mesi scorsi, spiega l’avvocato difensore Rampinelli, Paolo Tagnin ha versato oltre 3 milioni e 200 mila euro al Fisco, quanto dovuto per sanare l’evasione e le sanzioni previste. —



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