Sulla strada sono comparse anche le ragazze cinesi

Ciclicamente l’attenzione per le prostitute in via Piave sale ogni qualvolta qualche ragazza si piazza agli angoli delle strade che intersecano la via che dalla stazione ferroviaria porta in centro....
MESTRE 27/09/2006 rotonda San Giuliano Operazione Carabinieri sulla prostituzione (c) Bertolin M. richiesto da MION - MESTRE 27/09/2006 Operazione Carabinieri sulla prostituzione
MESTRE 27/09/2006 rotonda San Giuliano Operazione Carabinieri sulla prostituzione (c) Bertolin M. richiesto da MION - MESTRE 27/09/2006 Operazione Carabinieri sulla prostituzione

Ciclicamente l’attenzione per le prostitute in via Piave sale ogni qualvolta qualche ragazza si piazza agli angoli delle strade che intersecano la via che dalla stazione ferroviaria porta in centro. Presenze sporadiche rispetto agli anni Novanta, quando via Piave era sinonimo di prostituzione. Albanesi e nigeriane le ragazze che più di altre venivano sfruttate. Le prime gestite da gruppi mafiosi del paese delle aquile, le seconde da clan con legami familiari. Grazie al lavoro in sinergia di Comune e forze dell’ordine, in particolare la Squadra Mobile, il fenomeno in via Piave venne col tempo limitato fino a diventare marginale. Tra le misure studiate e che sono ancora in vigore, una delibera del sindaco che vieta ai non residenti di entrare con i veicoli, dopo le 20, in quasi tutte le strade laterali a via Piave. Era il periodo in cui d’estate le ragazze si prostituivano sotto le finestre, aperte, degli abitanti della zona. Il Comune in quel momento crea il servizio “Città e prostituzione” che viene preso a modello per servizi analoghi in altre città italiane.

La sinergia tra forze dell’ordine e Comune porta a risultati importanti e a un controllo del fenomeno. Il numero delle ragazze, per la maggior parte straniere dell’Est Europa e del centro Africa, va via via diminuendo e si passa da una media giornaliera di un’ottantina di prostitute presenti, in tutta la città, all’inizio degli anni Novanta alle trenta di questi ultimi anni.

Nuove leggi e l’efficacia dei progetti di recupero e reinserimento in una vita normale delle ragazze che accettano di collaborare con la giustizia consente alle forze dell’ordine di dare dei duri colpi alle organizzazioni che sfruttano le ragazze.

Mentre gli albanesi cominciano a portare le ragazze negli appartamenti per renderle meno visibili e quindi meno agganciabili da servizi sociali e forze dell’ordine, all’inizio del nuovo secolo cominciano a far la loro apparizione i gruppi di sfruttatori romeni e bulgari che in questo momento sono i principali sfruttatori su strada. I bulgari in particolare controllano la fetta principale del mercato del sesso mestrino che si sviluppa soprattutto sul Terraglio e su via Fratelli Bandiera con la presenza di ragazze, in via Piave (saltuariamente), a San Giuliano e in via Orlanda.

Negli ultimi anni anche gruppi di cinesi hanno iniziato a mettere in strada ragazze orientali. In particolare nella zona di via Trento. La prostituzione cinese è presente soprattutto in casa o viene mascherata con centri massaggi che sono nati in città come funghi.

Carlo Mion

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