Stupro e rapina, in tre a giudizio

Due giovani di Martellago e un uomo di Zero Branco alla sbarra a Treviso
Il tribunale di Treviso
Il tribunale di Treviso
 
MARTELLAGO.
Nel mirino della banda c'erano le prostitute cinesi. Che venivano aggredite, violentate, ricattate nell'appartamento in cui esercitavano.  Queste, le accuse della Procura nei confronti di tre amici finiti ieri mattina a processo in tribunale a Treviso: si tratta di Matteo Tamai, 36 anni di Zero Branco, di Vitale Maguolo, 43 anni e Marco Molin, 28, entrambi di Martellago.  Nel mirino della «banda» secondo le accuse della Procura, c'erano le prostitute cinesi. La prima donna sarebbe stata aggredita il 16 novembre 2009 da Vitale Maguolo che, fissato un appuntamento e con la scusa di un massaggio, sarebbe entrato nel suo appartamento a Monastier qualificandosi come agente di polizia e avrebbe cercato - senza successo - di rapinarla.  Il secondo episodio è accaduto invece nell'aprile dello scorso anno. Maguolo presentatosi come cliente a una prostituta cinese, l'avrebbe aggredita, stuprata costringendola a un rapporto sessuale senza preservativo e poi sarebbe scappato con 125 euro, tre cellulari e anche il passaporto della donna.  Il tutto, secondo le accuse, sarebbe avvenuto sotto gli occhi di Tamai, entrato nella casa della lucciola insieme a Maguolo.  Ma non basta. I due amici, a cui si sarebbe unito Molin, avrebbero cominciato a telefonarle ricattandola e minacciandola: «Ti restituiamo il passaporto se ci versi 10 mila euro», le avrebbero detto. La straniera si è rivolta a questo punto ai carabinieri che hanno fatto scattare la trappola.  La lucciola ha dato appuntamento ai tre il 23 aprile 2010: quando la donna ha consegnato loro la busta con i soldi, i carabinieri hanno fatto irruzione e sono scattati gli arresti. Maguolo, secondo le contestazioni mosse ieri in aula, avrebbe minacciato la prostituta anche con una pistola scacciacani.  Ieri mattina Tamai ha chiesto, con l'avvocato Alessandro Canal, il rito abbreviato, mentre Molin ha chiesto il patteggiamento della pena. Il dibattimento è proseguito con Maguolo, assistito dall'avvocato Alessandra Nava.  In aula è stato chiamato il ginecologo che ha visitato la cinese subito dopo il presunto stupro: il medico ha espresso forti dubbi sul fatto che ci sia stata la violenza sessuale.  L'udienza è stata rinviata al prossimo 22 febbraio: in quell'occasione verranno sentiti la cinese aggredita nel novembre 2009 e gli altri due imputati.

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