Spaccio di droga in barca, otto nei guai

Due fratelli tunisini in manette e sei misure cautelari. Gli stupefacenti venivano venduti al largo, al riparo da occhi indiscreti
Di Carlo Mion

Controllavano lo spaccio in zona Rialto, a San Zaccaria, ma anche al Candiani di Mestre. Spesso usavano delle imbarcazioni per ricevere, lontano da occhi indiscreti, i propri clienti. Alla fine gli agenti della Squadra Mobile hanno smantellato il gruppo di tunisini che gestiva il traffico di cocaina e marijuana, senza dimenticare l’hashish. Per otto di loro sono arrivate le misure cautelari eseguite ieri mattina dagli investigatori del dirigente Stefano Signoretti. Le misure cautelari riguardano: Aymen Rhaiem, detto “Mohamed”, tunisino di 31 anni, residente a Mestre; Montassar Rhaiem, detto “Karim” tunisino di 24 anni, residente agli Alberoni; M.C., di 26 anni, residente agli Alberoni; S.A.S., detto “Sassi” o “Mimmo” tunisino di 37 anni, residente al Lido; H.B.H., detto “Haim” o “Haiman” tunisino di 38 anni; H.R., tunisino di 30 anni, attualmente in carcere a Santa Maria Maggiore; F.V., 49 anni, veneziana, residente a Santa Marta; e N.Z., N., tunisino di 46 anni. Il gip ha disposto l’applicazione della custodia in carcere per i due fratelli Rhaiem, il divieto di dimora in Veneto per H.R., N.Z., e H.B.H. e l’obbligo di presentarsi ogni giorno negli uffici della Questura per M.C., S.A.M. e F.V.

L’indagine inizia dopo l’incendio di un’imbarcazione avvenuto in centro storico nell’estate 2015. Nel corso dell’attività di intercettazione sulle persone collegate a questo episodio i poliziotti hanno capito che i sospettati dell’incendio si rifornivano di cocaina da un gruppo di tunisini.

A novembre dello stesso anno in Questura si presenta un egiziano per denunciare alcuni tunisini del gruppo che lo avevano picchiato, li denuncia anche per spaccio. Lo avevano aggredito e picchiato accusandolo di averli denunciati come spacciatori alle forze di polizia. Nell’occasione l’egiziano fa i nomi di Montassar Rhayem detto Karim, di H.B.H. e di S.A.M., quali aggressori: lo avevano ferito alla testa. L’egiziano aggiungeva inoltre che al vertice del gruppo c’era Aymen Rhayem, detto Mohamed, il quale avrebbe rifornito a sua volta i connazionali di droga per la vendita al dettaglio in centro storico.

Dai primi accertamenti effettuati le dichiarazioni dell’egiziano si rivelano veritiere, anche alla luce del fatto che tutti i tunisini indicati avevano precedenti per spaccio.

Già nelle prime battute dell’indagine emergeva che Ayemen Rhayem era al vertice della catena della vendita di droga: lo stesso procurava la sostanza all’ingrosso per cederla agli altri pusher che si occupavano delle singole cessioni su strada ai tossicodipendenti. Il fratello di Aymen, Montassar, acquistava dal primo quantitativi dai 30 ai 50 grammi per occuparsi successivamente della vendita al minuto in alcune zone del centro storico: Rialto e San Zaccaria in particolare e del Lido.

Da sottolineare la tecnica di spaccio di Montassar il quale, con l’utilizzo di un’imbarcazione di proprietà della compagna, dalla quale spesso riceveva supporto per nascondere e vendere delle dosi, si spostava in laguna, caricando il cliente a bordo del natante e prendendo il largo, per finalizzare la vendita della dose lontano da qualsiasi possibile controllo di polizia.

Nel corso dell’attività di riscontro, gli agenti hanno effettuato diversi sequestri di stupefacente. Di rilievo l’episodio del 7 aprile 2016, in cui viene arrestato in flagranza per detenzione a fini di spaccio con 249,5 grammi di cocaina R.R., tunisino residente a Bergamo, fornitore all’ingrosso di Aymen. L’arresto è avvenuto dopo un inseguimento nelle vie del centro di Mestre, terminato con l’auto del tunisino che sbatteva contro l’auto di un mestrino sulla rotonda del cimitero di Mestre. Nel corso delle perquisizioni di ieri è stato arrestato in flagranza per detenzione a fini di spaccio anche Z.N., trovato con 960 grammi di marijuana.

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