Lavoro e sicurezza, raffica di denunce nel Veneziano: sanzioni per 150 mila euro

Intensa attività ispettiva condotta nelle ultime settimane nella provincia di Venezia, i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro. interessate diverse realtà imprenditoriali attive nei settori dell’edilizia, commercio, ristorazione, manifattura, servizi e trasporti. Quattro attività sospese

Un’intensa attività ispettiva, condotta nelle ultime settimane nella provincia di Venezia dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, con il supporto dei militari delle Stazioni locali, ha portato alla denuncia e sanzione di 19 imprenditori per gravi violazioni in materia di lavoro e sicurezza.

Le ispezioni hanno interessato diverse realtà imprenditoriali attive nei settori dell’edilizia, commercio, ristorazione, manifattura, servizi e trasporti.

Le irregolarità rilevate hanno comportato l’adozione di 4 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale e l’individuazione di 22 lavoratori, di cui 4 impiegati in nero.

A Venezia, in un’impresa di trasporti, gestita da un cittadino italiano, è emersa l’assenza di dispositivi antincendio, presidi di primo soccorso e visite mediche obbligatorie per i lavoratori.

A Mira, in un’azienda di commercio di articoli casalinghi, anch’essa gestita da cittadino italiano, è stata riscontrata la totale mancanza dei dispositivi antincendio.

A Scorzè, in un supermercato è emersa la mancata formazione sulla sicurezza per i dipendenti, oltre all’assenza delle visite mediche previste per legge.

A Caorle, in un’azienda di riparazione vele, i lavoratori non avevano ricevuto alcuna formazione in materia di sicurezza. Nello stesso comune, in un’agenzia di pratiche turistiche, i dipendenti non erano stati sottoposti né a visita medica né a corsi di formazione, e in due cantieri edili, gestiti da cittadini italiani, sono state rilevate violazioni su viabilità di cantiere e ponteggi non conformi. In uno dei due, inoltre, è stata disposta la sospensione per mancanza di protezioni contro il rischio di cadute dall’alto.

A Bibione in un cantiere edile è stata individuata un’impresa, gestita da cittadino romeno, i cui dipendenti non avevano ricevuto né formazione né visita medica. Mentre in un negozio di alimentari mancava la formazione dei lavoratori e l’intero sistema antincendio era assente.

Spostandosi a Cavarzere, un’azienda di confezionamento di abbigliamento, gestita da cittadino cinese, operava con macchinari privi di sistemi di protezione e sicurezza, rimossi arbitrariamente.

A Portogruaro, invece, in un cantiere edile gestito da un cittadino italiano, è stata rilevata la presenza di due lavoratori “in nero” e la mancanza delle previste visite mediche e formazione. Sono state riscontrate anche gravi carenze nelle misure di protezione contro il rischio elettrico. Il cantiere, inizialmente sospeso, è stato riaperto solo dopo il ripristino delle condizioni di regolarità.

A Pellestrina, in due cantieri edili sono emerse violazioni sulla viabilità e irregolarità nei ponteggi, nonché la presenza di un lavoratore “in nero”. In uno dei cantieri è stata disposta la sospensione per assenza di protezioni contro il vuoto e impiego irregolare del personale.

Infine, in un bar di Campagna Lupia è stata individuata una commessa impiegata “in nero”, priva della necessaria formazione sulla sicurezza.

Complessivamente, sono state irrogate sanzioni amministrative e ammende per un importo pari a 150 mila euro.

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