Addio a Enea Riboldi, il fumettista del mare
Nato a Milano, classe 1954, amava Venezia dove si dedicava alla sua barca. Da Dylan Dog a Capo Horn, l’amore per la vela si è sempre fuso a quello del disegno

La passione per il mare aggiunta a quella per i fumetti e il disegno. La cultura piange la scomparsa di Enea Riboldi, fumettista di altissima classe e grande amante del mare e di Venezia, che nel corso degli anni era per lui diventato il posto dove nascondersi dal lavoro e dedicarsi solo alla sua amata barca. Enea Riboldi è mancato l’8 maggio: era nato a Milano il 3 agosto del 1954 e nei primi anni Settanta aveva iniziato a lavorare nel mondo del fumetto, sui tascabili erotici pubblicati dalla Edifumetto. Del 1983 è il suo esordio sul mercato francobelga, per l’editore Dargaud con la storia “Vol Solitaire” scritta da Antonio Tettamanti. Dopo alcune storie brevi per la rivista Splatter di ACME, a metà anni Novanta entra in Sergio Bonelli Editore per disegnare “Dylan Dog”, con tre storie scritte da Pasquale Ruju e Tiziano Sclavi e pubblicate sulla testata “Dylan Dog Gigante”.
Da Dylan Dog a Capo Horn
Fin dall’esordio della serie nel 2000, Riboldi è stato poi il copertinista di “Dampyr”, creato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, mantenendo l’incarico fino allo scorso marzo 2025, con l’uscita del trecentesimo albo della serie.Tra il 2005 e il 2013 ha prestato la sua arte ai quattro volumi della serie francese “Capo Horn” (Les Humanoides Associés), portata in Italia da RW Edizioni e poi da Mondadori. In questa serie Riboldi ha potuto esprimere su tavola tutta la sua passione per il mare e per la vela che era la sua grande passione.Tutto il mondo degli amanti del mare infatti lo conosceva ed apprezzava per la sua collaborazione con la rivista La Bolina. A Venezia aveva la sua barca (una storica Vertue, disegnata da Laurent Giles) e andava ancora a vela anche se era in sedia a rotelle dal 1992 in seguito a un tragico incidente.
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