Balneari, un salasso in arrivo a Sottomarina: «Bollette da migliaia di euro»

Conguaglio della Tari, aumenti fino al 40 per cento negli ultimi tre anni. Bellemo (Ascot): «Stangata fuori stagione per gli operatori del settore. Questi livelli sono insostenibili, è tempo di sedersi a un tavolo e ragionare assieme»

Elisabetta B. Anzoletti
Foto aerea del litorale di Sottomarina
Foto aerea del litorale di Sottomarina

«Operatori pronti alla rivoluzione per la batosta Tari di fine anno». Lo ipotizza il presidente dei balneari di Ascot, Giorgio Bellemo, dopo il fiume di messaggi furibondi ricevuti ieri mattina quando molti concessionari nella casella della posta si sono ritrovati le bollette di conguaglio della Tari da pagare entro il 31 dicembre.

Bollette a quattro cifre che arrivano in un momento in cui gli imprenditori delle spiagge non stanno lavorando. «Leggendo i messaggi dei miei associati capisco che la misura è colma», spiega Bellemo, «intuisco che sono pronti per la rivoluzione. La verità è che manca la volontà di prendere di petto la questione Tari una volta per tutte. Se ne parla di continuo, ma nei fatti si continuano a pagare bollette pesanti e a aggiungere rincari a rincari. Per effetto degli ultimi aumenti stanno arrivando ora i conguagli. Chi pagava a esempio 17.400 euro ogni trimestre, ha ricevuto una richiesta di conguaglio di ulteriori 8.000 euro… Cifre importanti che arrivano quando gli operatori non stanno lavorando e stanno chiudendo tutti i conti dell’anno. Tanto per far capire quanto sia difficile la situazione, più di qualcuno è andato in banca per chiedere di poter rateizzare».

L’ultima manovra sulla Tari è andata in Consiglio comunale a maggio scorso. Pur nelle polemiche sollevate dall’opposizione, sono stati approvati gli ennesimi rincari: in media del 6% per le famiglie e del 13% per le imprese. Ritocchi che sommati a quelli degli anni precedenti portano a un aumento medio delle bollette, nel periodo dal 2022 al 2025, del 40%.

Dopo il Consiglio l’assessora al Bilancio Paola Orlando aveva spiegato che “la determinazione delle tariffe segue un percorso metodologico preciso, definito da Arera, che impone l'elaborazione di Piani economico finanziari (Pef) trasparenti”.

«Il Pef per il 2025», precisava, «è stato redatto dal gestore Veritas e validato dal Consiglio di bacino, rappresentando la base contabile da cui scaturiscono le tariffe. È stato rigorosamente rispettato il limite di crescita annuale delle entrate tariffarie imposto da Arera (9,6% per il 2025) con l'aumento dei costi approvato dal Consiglio di bacino dell'8,25% rispetto al 2024, assicurando una progressione controllata. L'amministrazione, pur operando entro questi vincoli, ha attivamente lavorato per mitigare l'impatto sui cittadini, identificando "poste rettificative" per 659.146 euro».

Da anni però gli operatori delle spiagge, che in molti casi si sono anche appoggiati per la raccolta rifiuti a un soggetto diverso da Veritas, contestano il regolamento alla base della Tari chiedendo che vengano tenute in considerazione le specificità dello scenario in cui lavorano.

«È tempo di sedersi attorno a un tavolo e ragionare in modo definitivo su una tariffa che ha raggiunto livelli insostenibili», spiega Bellemo, «tanto per far capire quanto incida nei costi di gestione delle spiagge ricordo che uno stabilimento medio oggi paga 45.000 euro di concessione demaniale marittima all’anno, mentre per la Tari ne paga 71.000…».

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