E’ morto Sandro “Pevare”, storico talent scout del calcio a Chioggia e Sottomarina
Con la morte di Sandro “Pevare”, Chioggia perde un’icona del calcio locale: abilissimo nell’individuare talenti per poi lanciarli dalle giovanili in prima squadra e molti anche verso il calcio professionisti, fino alla Serie A

Addio ad Alessandro Boscolo Cegion, meglio conosciuto semplicemente come “El Pevare” , talent scout del calcio clodiense, scomparso martedì all’età di 90 anni.
Con la morte di Sandro “Pevare”, Chioggia perde un’icona del calcio locale: abilissimo nell’individuare talenti per poi lanciarli dalle giovanili in prima squadra e molti anche verso il calcio professionisti, fino alla Serie A, come nel caso di Franco Cerilli e Giorgio Boscolo, Pevare era ormai confinato nella sua casa da alcune stagioni, quasi una condanna per un personaggio come lui, che amava girare per calli e campielli di Chioggia e Sottomarina, dove un tempo scopriva i giovani talenti.
Da giovane aveva lavorato al mercato ortofrutticolo di Sottomarina, quindi aveva collaborato con una agenzia immobiliare, ma la sua vera grande passione era il calcio.
Da ragazzo era molto tifoso del Clodia, che dopo la guerra era l’unica società presente in città, quindi aveva dato il proprio contributo alla nascita del Sottomarina Lido, accanto ai vari Bruno Gebbin, Alessandro Vianello “Paciutti” , Rino Boscolo Gioachina e tanti altri.
Dopo la fusione del 1971 tra il Clodia e il Sottomarina era entrato nell’Union Clodiasottomarina che, tra l’altro, ha pure allenato.
La sua grande forza era quella di scoprire giovane calciatori di strada, individuarne le principale caratteristiche per farli giocare in granata. È sempre stato orgoglioso di aver lanciato nel professionismo Franco Cerilli (Massese, Inter, Vicenza, Padova e Pescara), Giorgio Boscolo (Avellino, Catanzaro, Modena, Genoa), Giorgio Monaco (Massese), ma anche Marco Scarpa (Mestre, Cittadella, Sudtirol), attuale vice allenatore della Nazionale Under 17.
«Giocavamo nel campetto che si trovava dietro il Lusenzo», ricorda Cerilli, «Ero con gli Allievi. Giocavo poco, probabilmente perché ero l’unico chioggiotto nel Sottomarina, in mezzo ai “Marinanti” , ma poi si è dovuto ricredere. Dava tutto sé stesso, sapeva tenere il gruppo, le sue battute ci facevano ridere e sapeva tirare fuori il massimo dai ragazzi. Era un grande motivatore». I funerali sabato alle 10 nella chiesa di San Martino.
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