Smaltimento illecito di rifiuti
MARGHERA. Poco meno di un milione e 800 mila chili di rifiuti con «concentrazioni di floruri elevatissime» smaltiti in discarica come materiale inerte. Per questa accusa, ieri, il Tribunale ha condannato al pagamento di 10 mila euro di ammenda l’imprenditore Luca Giolo, legale rappresentante della Giolo Costruzioni, che nell’autunno 2010 era al lavoro nel suo cantiere di via Bottenigo. Condannato al pagamento di 14 mila euro Antonio Maffei amministratore di Nea Nordestambiente, consulente della Giolo. Assolto Carlo Penso, amministratore della stessa Nea. Giolo e Maffei dovranno anche versare 15 mila euro alla Provincia come risarcimento danni, negati invece al Wwf. I rifiuti - secondo il pm Giorgio Gava - avevano preso la strada della discarica di Legnago gestita da Daniele Tavellin, già uscito dall’inchiesta dopo aver pagato un’oblazione di 40 mila euro (anche per un altro episodio di smaltimento rifiuti). “Inerti” sono i rifiuti non soggetti a reazioni chimiche e fisiche, mentre quelli provenienti dal cantiere di via Bottenigo avevano concentrazioni di floruri tali - per l’accusa - da non poter essere neppure trattati in una discarica di secondo livello per rifiuti non pericolosi. (r.d.r.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia