Morte dell’agente Sissy, la famiglia non si arrende: «Non cali il silenzio»

Nell’anniversario del giorno in cui l’agente di polizia penitenziaria venne trovata in fin di vita nell’ascensore dell’ospedale di Venezia con un colpo di pistola alla testa, i familiari durante un evento in Calabria hanno ribadito la richiesta di verità. A breve la discussione in Tribunale dell’ennesima opposizione all’archiviazione

Uno striscione per tenere alta l'attenzione sul caso di Sissy Trovato Mazza
Uno striscione per tenere alta l'attenzione sul caso di Sissy Trovato Mazza

“Giustizia e verità per Sissy" è la richiesta partita dal Teatro Costabile di Lamezia Terme, in Calabria, nell'ambito dell'evento organizzato dall'associazione Per Te in ricordo di Sissy Trovato Mazza, nella ricorrenza del 1° novembre 2016 in cui l'agente della polizia penitenziaria venne ritrovata nel vano ascensore dell'ospedale civile di Venezia riversa a terra con un colpo di pistola alla testa.

Sissy morirà il 12 gennaio 2019 dopo due anni di coma.

Una vicenda, è scritto in una nota, «contraddistinta da quattro richieste di archiviazione da parte della Procura di Venezia rigettate dal Gip e a breve verrà discussa l'ennesima opposizione presentata dagli avvocati della famiglia che da quel tragico primo novembre del 2016 si è battuta affinché non si chiudesse il caso come suicidio, ma venissero approfondite le indagini scandagliando l'ipotesi omicidiaria».

I familiari di Sissy, il papà Salvatore, mamma Caterina e la sorella Patrizia, hanno lanciato un appello affinché «sulla vicenda non cali il sipario ma si mantengano i riflettori accessi. Convinti fermamente che la figlia non si sia suicidata, la famiglia si batte per l'apertura del caso».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia