Si stava allenando in parete per diventare istruttrice Cai

La donna era una delle colonne della sezione di Mirano attiva dall’inizio degli anni Ottanta Voleva salire di grado per poter insegnare a livello regionale

MIRANO. Elisa Nalesso era considerata una alpinista esperta e stava lavorando per diventare un’istruttrice regionale.

Per questo lo scorso fine settimana era salita in Lombardia per fare degli allenamenti, proprio per preparasi al meglio all’imminente prova. Era una delle colonne del Club alpino italiano (Cai) di Mirano, una sezione attiva dall’inizio degli anni Ottanta e l’unica presente all’interno del comprensorio del Miranese.

La sede è intitolata ad Alberto Azzolini, socio del Cai di Mestre, cittadino miranese e guardaparco in Valle d’Aosta, morto nel 1981 durante un’ispezione sulle cime del Gran Paradiso. All’epoca dell’incidente, Azzolini aveva appena 28 anni. Le cause del decesso sono avvolte nel mistero, dove le perizie parlarono di tragico incidente ma i familiari e gli amici non ci hanno mai creduto. Tra le chicche di questa sezione, c’è anche l’aver partecipato a una escursione Himalayana: la “Città di Mirano – 1997” sul Baruntse 7129 metri, in Nepal.

Durante l’anno solare la sezione di Mirano del Club alpino italiano organizza molte uscite per giovani e adulti, con escursioni di diversa difficoltà. Le escursioni organizzate sono aperte ai soci Cai e, in certi casi, anche ai non soci, ai quali l’iscrizione è consigliata. I minorenni devono essere accompagnati dai genitori o da persone delegate. E poi, ancora, ci sono le scuole di alpinismo ed escursionismo.

Dove ha perso la vita Elisa Nalesso è sulla parete Nord del monte San Matteo, a oltre 3000 metri di quota, in Valtellina. Siamo al confine tra la Lombardia e il Trentino Alto Adige. Si tratta di zone quasi totalmente nevose e il versante nord, rispetto quello a sud, è più interessante da un punto di vista alpinistico. Presenta due itinerari di salita; il primo è considerato il classico del 1936, che sale verso il centro della parete per poi traversare a destra sotto la zona rocciosa e aggirare le cornici, il secondo, di sinistra, supera la fascia rocciosa e vince direttamente il seracco, una formazione tipica del ghiacciaio, che proviene dall’apertura dei crepacci. —

A.Rag.

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