«Sgomberiamo gli alloggi occupati»

MESTRE. «Vedere episodi di illegalità fa male al cuore. Sembra quasi manchi la giustizia ma la commissione parlamentare ci ha detto che possiamo agire e quindi ora ne parlerò con il questore. Di certo, questi sono atti delinquenziali, è racket. Quando la gente è uscita in strada al rione Pertini, li hanno minacciati. Non possiamo accettare una situazione del genere: dobbiamo passare agli sgomberi. Poi spetta a chi di dovere assegnare le case vuote. Se non riescono a farlo quelli dell’Ater, lo faremo noi. Ma le case non possono restare vuote». Tuona Luigi Brugnaro.
Emergenza casa. Il problema delle case sfitte e occupate balza al primo posto delle emergenze nel confronto tra il sindaco Brugnaro e la commissione parlamentare sulle periferie. Il caso emerge dopo l’ultima occupazione di domenica notte al rione Pertini (risolto poi dalla polizia che ha convinto gli occupanti ad andarsene, ndr) e spicca tra le emergenze della città analizzate ieri nell’ultimo giorno di audizioni della commissione parlamentare. Assieme alla povertà e agli sfratti.
Audizioni finali. Il presidente Andrea Causin e i colleghi hanno raccolto le indicazioni del prefetto Carlo Boffi, del questore vicario Marco Odorisio, del comandante provinciale dei carabinieri Claudio Lunardo e di quello della Finanza, Avitabile, del comandante della polizia locale Marco Agostini e del sindaco. «Entro 48 ore dalla occupazione di un alloggio, sono possibili gli sgomberi e se ci sono minori, è possibile il ricorso in comunità», hanno spiegato i commissari. Ma il tema (che per il sindaco di Venezia parte da molto lontano, dalle occupazioni dei centri sociali) ora ha connotati gravi, con l’ombra del racket degli alloggi sfitti, e chiama in causa la gestione del patrimonio immobiliare pubblico che a Venezia è di oltre 10 mila alloggi. La proposta, che verrà concretizzata nel rapporto finale della commissione parlamentare è di attribuire alle città metropolitane la gestione degli alloggi oggi divisi tra Comuni e Ater. Brugnaro non vede l’ora. Anche il progetto di controllo di vicinato è «interessante e troverà spazio nella relazione finale».
Nodo Marghera. «Venezia ha la grande specificità di Porto Marghera, 2.200 ettari periferici che devono tornare ad essere centrali. Abbiamo trovato la situazione di via Piave, che è una situazione “normale”, tipica di altre città dove ci sono anche problemi di convivenza ma abbiamo trovato una fortissima vitalità associativa che risponde ai bisogni delle famiglie più povere. Con il bando Periferie occorre garantire finanziamenti anche per queste realtà sociali e culturali», ha ribadito ieri Causin al termine della “due giorni” di audizioni, nona missione in giro per l’Italia dei commissari parlamentari.
Periferie e demografia. Altro tema caro a Causin, passato a Forza Italia, è «il calo demografico e dell’invecchiamento della popolazione e invece per fermare il declino delle aree metropolitane occorre renderle attrattive. Abbiamo il caso di Genova che ha perso 240 mila abitanti e quello di Milano che invece demograficamente cresce ed è capace di essere attrattiva». I commissari tracciano un bilancio tutto sommato positivo anche sul fronte della sicurezza, tema “caldo” in città.
Reati in calo. «Prefetto e forze dell’ordine hanno evidenziato la significativa diminuzione dei reati anche se gli organici delle forze dell’ordine sono da rinforzare. Ma sono arrivati 100 militari dell’operazione “Strade sicure” e il Comune ha assunto 70 nuovi vigili», ha continuato Causin. Al suo fianco Brugnaro ha chiesto aiuti al governo e al Parlamento: poteri e deleghe alle città metropolitane e il rilancio di Porto Marghera e degli investimenti privati. «Se noi con Governo e Regione riuscissimo a dimostrare che riapriamo le fabbriche e diamo lavoro, portiamo a casa un bel risultato».
Nella lista di richieste al presidente Mattarella, che incontrerà il 29 settembre, finisce anche la necessità di veder arrivare i 200 milioni di euro che mancano all’appello per terminare le opere di marginamento.
Le reazioni. Ferrazzi, capogruppo Pd, puntualizza: «Da un anno e mezzo chiedo che il Comune prenda in carico il patrimonio di Ater e alla Regione di togliere la soglia dei 107 mila euro di reddito per lasciare le case pubbliche a chi ha davvero bisogno. E non ho ottenuto risposta. Sul bando periferie ricordo che già consente di finanziare interventi sociali nei territori. Intanto c’è la delibera del Cipe che stanzia gli 800 milioni di fondi che mancavano all’appello e che riguardano anche Venezia, arrivata ultima».
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