Serial killer, due svenimenti e polemiche

JESOLO. Lo hanno chiamato “dottor morte” e lui annuncia querele. Mauro Rigoni di nuovo al centro delle polemiche sul “turismo macabro” a Jesolo dopo che ha lanciato la mostra Serial killer. Ieri già due svenimenti: una studentessa in legge, 21enne di Udine, è crollata davanti alla macabra storia del serial killer russo, Andrei Romanovich Chikatilo. Stessa sorte per una signora 36enne di Trieste davanti al frigorifero dell'assassino Ed Gein e pezzi di genitali delle vittime.
Il blog Jesoloforum.com aveva già espresso la contrarietà a una mostra a pagamento su Olocausto e reperti dei campi di concentramento, al momento rinviata. Ora il forum jesolano si accanisce sulla mostra del “dottor Morte” che già aveva totalizzato 300 mila presenze con i corpi plastinati, prima negate dallo stesso blog e poi ammesse di fronte alle file infinite. «Alla fine il signor Rigoni (dottor morte, secondo alcuni), ci riprova», scrive il blog, «corpi cinesi morti, una ventilata mostra sugli orrori di Auschwitz, fortunatamente saltata, e ora una “roba” sui più celebri assassini seriali. La morte fa mercato. Per anni e anni Csi ci ha educato a sopportare autopsie a ora di cena, Lucarelli ha raccontato l’epopea dei grandi mostri. Ma quella era “un’altra storia”. Nella gestione economica dei sentimenti e delle emozioni il male, in tutte le sue manifestazioni, rende. Per cui proliferano le copie minori, a portata di domenica pomeriggio, per renderci conto della pervasività del maligno e di quante volte ci fa svenire o procura un malore. Come abbiamo fatto per i corpi plastinati, andremo a intervistare chi fa la fila per cercare di capire le ragioni, sicuramente interessanti, di tanta attesa». E poi accuse rancorose alla stampa che avrebbe confezionato l’evento.
Rigoni appare nauseato: «Mi sembrano “gufi” che sperano che le mie mostre vadano male, senza pensare all’economia indiretta per la città e ai 12 dipendenti che lavorano. Non sono costruttivi. Perché non propongono iniziative per Jesolo, disposti a metterle in pratica rischiando? Hanno poche idee, solo critiche, zero voti, come hanno dimostrato quando qualcuno si è presentato alle elezioni, e vorrebbero condizionare l’opinione pubblica con il vuoto di commenti pettegoli. Valuterò con i legali affermazioni ed epiteti. La mostra sull’Olocausto si farà e non abbiamo bisogno delle loro opinioni. Godono delle disgrazie altrui e cercano spazio a spese nostre, imprenditori che lavorano, mentre vorremmo sapere dove finisce il blog e inizia la politica per le prossime elezioni a spese del nostro buon nome». (g.ca.)
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