Scultore del legno

Loris Marazzi sceglie il legno di cirmolo andando di persona nelle segherie del Cadore e della zona di Cortina. Lo sceglie guardandolo, ma soprattutto toccandolo, e ogni pezzo diventa nella sua mente, in quell’istante, una scultura. Loris ha bottega e galleria a Dorsoduro, davanti al Museo Guggenheim. Ma per molti anni il suo laboratorio si apriva su campo Santa Margherita. È impossibile non notare la sua galleria, dove ai muri sono appesi magliette, camicie e impermeabili in legno. Sui piedistalli poi trovi scarpe o borse da viaggio. Tutte sculture che realizza usando il legno di cirmolo, un pino che cresce sulle Dolomiti a oltre duemila metri di altitudine. È il legno dei veneziani. Fin da quando gli abitanti delle Dolomiti hanno insegnato a lavorare il legno ai veneziani, questa essenza è stata la più utilizzata per realizzare cornici e altri oggetti di arredo. Del resto, il cirmolo è facile da incidere e scolpire, poi è resistente all’umidità e all’attacco dei parassiti. E profuma come pochi. A Loris è venuto naturale, quando ha iniziato a lavorare, scegliere questo materiale. A 15 anni è andato a bottega dallo zio e a 23 ha aperto il suo laboratorio. Non è andato a scuola alle Belle Arti e tutto quello che ha imparato è frutto del suo saper vedere e del suo talento.

La moda del cirmolo

Spiega Loris: «Purtroppo ora ho dei problemi a trovare il cirmolo. Da qualche anno è diventato di moda usarlo nelle camere da letto degli alberghi, soprattutto austriaci, perché dicono faccia bene al sonno. Di conseguenza è difficile trovarlo e costa sempre di più. Anche perché è un albero che cresce lentamente».

Apprezzano le sculture di Loris soprattutto i turisti del Nord Europa, americani e canadesi. E qualcuno torna più di una volta. —

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