Scoperte le due presunte talpe in prefettura

CONA. «Ci difenderemo per dimostrare l’estraneità dall’accusa mossa dalla Procura. Confidiamo nell’esito delle indagini, siamo pronti a chiarire». Così l’avvocato Alessandro Lison, difensore di Rita Francesca Conte, la funzionaria della prefettura di Venezia - Area Immigrazione e diritti di cittadinanza - indagata per rivelazione del segreto d’ufficio assieme a un’altra funzionaria di Ca’ Corner, Paola Spatuzza, nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del centro di accoglienza di Conetta nella quale sono finiti anche i vertici della cooperativa Edeco. Conte, che già nel corso delle perquisizioni di giovedì mattina (che hanno interessato sia l’abitazione della donna, sia l’ufficio a Ca’ Corner), si è dimostrata molto collaborativa, seppur sorpresa e scossa per il vortice in cui è finita. Al momento non sono previsti interrogatori davanti al procuratore aggiunto Adelchi d’Ippolito e alla sostituto procuratore Lucia D’Alessandro che stanno conducendo le indagini. Ma l’atteggiamento di Conte è volto alla massima collaborazione con gli inquirenti, con l’obiettivo di dimostrare la propria estraneità ai fatti.
La Procura accusa le due funzionarie di aver fatto delle “soffiate” a beneficio dei gestori della cooperativa, indicando loro quando sarebbero avvenute le ispezioni all’interno della ex base militare. Controlli, questi, che dovrebbero essere fatti all’improvviso proprio per verificare il rispetto del contratto e dei parametri di accoglienza.
L’altra faccia dell’inchiesta è quella che vede coinvolti i vertici di Edeco: Sara Felpati, presidente della cooperativa, il marito Simone Borile in qualità di responsabile tecnico, l’ex presidente di Ecofficina (ex Edeco) Gaetano Battocchio e la consigliera di amministrazione Annalisa Carraro sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla frode in pubbliche forniture. Al setaccio degli inquirenti sono finiti, per il momento, la qualità dei pasti, il sovraffollamento delle strutture, i corsi di italiano, la pulizia. Valutazioni, per usare le parole del procuratore capo Bruno Cherchi, «su come è stato applicato il contratto tra lo Stato e la Edeco e se sono stati rispettati tutti gli elementi che dovevano essere rispettati o se vi siano stati dei guadagni illeciti nell’erogazione dei servizi». Intanto prosegue a ritmo serrato il lavoro degli uomini della Guardia di Finanza per analizzare la grande quantità di materiale (documenti e supporti informatici) sequestrati durante le 16 perquisizioni di giovedì nelle case e negli uffici degli indagati.
Rubina Bon
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