Scomparso da 33 anni «Diteci che è morto»

Mirano. L’8 giugno 1985 Francesco Fabbian, 22 anni, saluta gli amici e si dirige verso casa, ma non ci arriva mai. La famiglia chiede un certificato formale

MIRANO. È l’8 giugno 1985. Francesco Fabbian, studente di 22 anni, dopo una serata passata in compagnia di un amico non rientra a casa. Non ci tornerà più. Sono passati 33 anni e nessuna verità è ancora emersa: nessuno sa che fine abbiano fatto Francesco e la sua auto, una 128 blu. Scomparsi nel nulla, a vuoto le ricerche di carabinieri e polizia, inutile anche la trasmissione “Chi l’ha visto?” che si era occupata del caso.

Francesco frequentava il terzo anno della facoltà di Veterinaria a Bologna. Amava la sua terra, e quasi ogni fine settimana ritornava a Mirano per passare un po’ di tempo con la sua famiglia e i suoi amici d’infanzia. Uno di questi si chiama Alessandro Barioli, è un suo ex compagno di liceo: Francesco lo chiama spesso quando ritorna a casa. Lo chiama anche la sera dell’8 giugno 1985. I due si incontrano, passeggiano insieme in piazza Martiri, poi un giro a Noale e il rientro a Mirano per un gelato al volo all’Alba Blu, locale nel parcheggio di via Colombo. Alle 23.30 Francesco accompagna l’amico a casa, in via Mascagni. I due si salutano, poi Francesco riaccende la sua macchina e si dirige verso casa dei genitori, in via Taglio Sinistro. Francesco non ci arriverà mai. Quella sera indossava jeans e una polo gialla, in portafogli appena 30 mila lire. Dove può essere andato? I genitori e i suoi due fratelli sono disperati e ne denunciano subito la scomparsa. Partono le ricerche di polizia e carabinieri ma niente, Francesco non si trova. La famiglia si rivolge alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” che dedica numerose puntate alla vicenda, ma non arriva nessuna segnalazione.

Trentatre anni dopo il mistero non è ancora stato sciolto, le indagini non hanno portato sviluppi. Così la famiglia Fabbian, dopo più di tre decenni, ha deciso di presentare formale richiesta per la dichiarazione di morte presunta.

Michele, il più giovane dei fratelli Fabbian, oggi ha 41 anni. Era un bambino quando suo fratello scomparve. «Mio fratello risulta ancora nello stato famiglia cronologico. Dopo più di 30 anni si può fare però la richiesta di morte presunta. Quando è morto mio padre, io e mio fratello per non creare complicazioni abbiamo rinunciato all’eredità, però risulta che tre quarti di tutti i capitali sono a nome di mia madre e un quarto a nome di mio fratello Francesco. Quindi non possiamo amministrare o vendere, e un quarto del conto è bloccato. Quando mio padre è mancato abbiamo dovuto fare per forza questa richiesta». Ricorda qualcosa di quel tragico 8 giugno? «Avevo 10 anni, ero troppo piccolo. Ricordo però mio fratello: era un giocherellone. Per me era un punto di riferimento». Ma cosa pensa che sia successo quella sera? «Tempo fa si diceva che avesse la stessa auto e la stessa fisionomia di un ragazzo di una famiglia facoltosa della zona. Si è pensato che fosse stato uno scambio di persona e quando si sono accorti che non era lui l’hanno fatto sparire. Poi, sa, far sparire un’auto così era una tradizione della Riviera del Brenta, della Mala. Purtroppo non si è trovato niente e questo lascia l’amaro in bocca».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia