Scarano contro le Finanze vinto il primo round al Tar

Il procuratore della Corte dei conti del Veneto, Carmine Scarano, fa causa davanti al Tribunale amministrativo del Lazio al Consiglio di presidenza per la giustizia tributaria e il ministero Economia e Finanza, e vince il primo round.
Oggetto della lite, l’ambìto incarico di presidente della Commissione tributaria provinciale di Venezia, messo a bando “dimenticandosi” di avvisare l’unico Scarano tra tutti i membri della commissione tributaria regolarmente avvisati: o meglio, l’email gli era stata inviata, ma a un indirizzo del tutto sbagliato (carmine9@gmail.com) ben diverso da quello che gli uffici utilizzavano normalmente per le comunicazioni.
Dopo un anno di discussioni - fra Tar del Veneto e Consiglio di Stato - su di chi fosse la competenza a decidere, nei giorni scorsi i magistrati del Tar del Lazio hanno sentenziato, annullando la graduatoria di concorso-trasferimento per il presidente della Commissione tributaria provinciale di Venezia, l’organismo giudiziario competente per le controversie tra i contribuenti e gli Uffici delle Entrate o del territorio del ministero dell'Economia e delle Finanze, gli enti locali, Equitalia o altri concessionari dei servizi di riscossione.
Una volta dimostrato che l’amministrazione non si era per nulla curata di verificare che tutti gli aventi diritto avessero ricevuto la mail corretta - il solo procuratore veneto Scarano, del resto , si era così ritrovato all’oscuro del bando di concorso - i giudici amministrativi hanno annullato la graduatoria, che dovrà essere rifatta tenendo conto anche dei titoli e del curriculum del procuratore della Corte dei Conti del Veneto, che al suo ricorso ha anche allegato una simulazione di valutazione, per dimostrare di avere tutte le carte in regola per partecipare (e vincere) la selezione. D’altra parte, il ministero si era incartato da solo, prevedendo esplicitamente nel bando che la procedura dovesse «essere portata a conoscenza di tutti i componenti delle commissioni tributarie in servizio»: «Occorreva assicurarsi che la conoscenza da parte del dottor Scarano fosse comunque avvenuta». Tanto più che sul sito del Consiglio di presidenza il bando era stato pubblicato nella sezione “concorsi”, invece che in quella prevista di “pubblicità legale”. Graduatoria da annullare e rifare.
Ogni giudice di commissione tributaria riceve un compenso fisso di 310 euro al mese, più 26 euro per ogni causa definita, fino a un massimo di 72 mila euro lordi l’anno.
Roberta De Rossi
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