Fiera del Rosario, oltre 330 espositori e controlli rafforzati

A San Donà non si placa la polemica sul divieto ai gazebo elettorali, le civiche pro Manildo: «Pronti ai ricorsi o volantinaggio»

Giovanni Cagnassi
Fiera del Rosario di San Donà
Fiera del Rosario di San Donà

Presentazione ufficiale per la fiera del Rosario sulla scia delle polemiche per il divieto di banchi e gazebo politici. Ed è in discussione anche il volantinaggio.

Il taglio del nastro alla campionaria sarà sabato alle 9.30 in via Pralungo, negli spazi della fiera. Comune, Confcommercio e Confartigianato annunciato 333 espositori nei tre giorni in città, affiancati da una macchina di sicurezza che schiererà 70 agenti di polizia locale, 50 delle forze dell’ordine, 60 volontari di protezione civile.

Il sindaco ha ricordato che la prossima edizione della campionaria sarà nella nuova sede alla Porta Nord, duemila metri quadri coperti e mille con tensostruttura. Sabato 11 e domenica 12 ottobre poi toccherà alla Festa de a Poenta con la pro loco e alla fiera del fumetto.

Ma infuria la polemica sul divieto ai banchetti politici. «Ci sono altri 50 fine settimana in un anno: mi pare possano bastare» conferma Teso «Quanto al volantinaggio, stiamo verificando i regolamenti per vedere se ci possono essere restrizioni. Certo che tutta questa ossessione per fare propaganda politica durante la fiera è veramente triste. Dove sono stati tutti questi politici, aspiranti a una poltrona in regione, negli ultimi mesi? La politica vera si fa tutti i giorni, ascoltando la gente e cercando di dare risposte, parlando con i cittadini al mercato, al caffè, alle partite, non svegliandosi un mese prima delle votazioni».

Ma la lista delle Civiche venete, che alle regionali candida Giorgio Maschietto e Luana Momesso, è di tutt’altro avviso e ha presentato comunque domanda per un banchetto, pronta a valutare ricorsi.

«È una scelta che fa sicuramente discutere», dice Maschietto, «non potrà essere vietato il volantinaggio in quanto sarebbe incostituzionale. Sostenere che il divieto dipende dal fatto che si sono ricevute molte richieste da parte di associazioni di volontariato è l’ennesima giustificazione a una scelta politica illiberale. Non voglio nemmeno pensare sia rivolta verso qualcuno, perché sarebbe ancor più grave». Sulla stessa linea Momesso: «Saremo sempre contrari a qualsiasi forma di divieto alla libertà di pensiero».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia