Salvaguardia, lo Stato dà torto al Comune

La commissione di Salvaguardia mantiene i suoi poteri di Tutela. E gli enti che ne fanno parte di devono adeguare, adeguarsi, inviando all’organo istituito dalla Legge Speciale «tutti i progetti di trasformazione del territorio». Un parere «esplosivo» quello firmato dall’Avvocatura distrettuale dello Stato. Che chiamata in causa per pronunciarsi sulle competenze relative al territorio veneziano, ha emesso ieri la sua «sentenza». Un parere giuridico che boccia senza appello quanto deciso dal Comune e dal sindaco Giorgio Orsoni qualche mese fa. In modo unilaterale il sindaco - che è anche un famoso avvocato amministrativista – aveva deciso che visto il completamento degli strumenti urbanistici i progetti del Comune non sarebbero più stati inviati alla Salvaguardia ma direttamente alla Soprintendenza. Adesso l’avvocato dello Stato Stefano Maria Cerillo e l’Avvocato distrettuale Maria Rosaria Cozzuto Quadri hanno stabilito il contrario. «L’adeguamento degli strumenti urbanistici non è da ritenersi completato», scrivono, «perché mancano all’appello il piano del Porto e del’Aeroporto, il Piano morfologico della laguna, il Palav per alcuni comuni e Piani della gronda lagunare, del Lido e della laguna». La comunicazione del Comune poi non poteva essere firmata dal dirigente dell’Edilizia privata, ma doveva essere preceduta da una delibera del Consiglio comunale. Dunque, concludono gli avvocati, «non pare condivisibile l’ipotesi del Comune di Venezia che vedrebbe cessati i poteri della commissione. Le previsioni speciali della normativa, infatti non hanno ancora esaurito il loro compito di tutela privilegaiata in una zona ricca di particolari complessità». Resta in vigore dunque l’articolo 6 della Legge Speciale che stabilisce che «la commissione di Salvaguardia esprime parere vincolante per gli interventi di trasformazione e modifica del territorio e il potere di essa sostituisce ogni altro parere». Una tegola per il Comune, ma anche per la Soprintendenza. Che dovrà istruire le pratiche e portarle nuovamente in Salvaguiardia. Ci potrebbero essere conseguenze impreviste per molti dei grandi progetti sul tappeto. E la possibilità di annullare pareri già espressi da Comune e Soprintendenza senza la Salvaguardia se qualcuno dovesse impugnare gli atti. Intanto la lettera dell’Avvocatura è stata trasmessa ieri dalla Salvaguardia al Comune, ai ministeri e agli uffici dello Stato. Che dovranno prenderne atto e adeguarsi alla direttiva. Lo scontro tra Salvaguardia e Comune risale all’anno scorso. la commissione aveva mandato più volte lettere al Comune chiedendo chiarimenti ma non aveva ricevurto risposta. Nell’estate scorsa la decisione di rivolgersi all’Avvocatura dello Stato. Che adesso ha firmato un parere che non lascia spazio a interpretazioni. Dovranno essere inviati alla commissione di palazzo Linetti progetti già quasi approvati come quello di San Giobbe, i nuovi canali in laguna. Ma anche le nuove trasformazioni edilizie come il Fontego dei Tedeschi.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia