Sale su una gru e minaccia «Proroga allo sfratto o mi butto»

Paura a Peseggia per il gesto di Liviano Bulegato. Oggi avrebbe dovuto lasciare il suo agriturismo La famiglia è con lui: «Non ci hanno fatto partecipare all’asta. I beni svenduti con un solo offerente»
Di Alessandro Ragazzo

PESEGGIA. Una storia di debiti, di proprietà messe all’asta e che oggi avrebbe dovuto lasciare a chi se le era aggiudicate. Tutti buoni motivi per indurre il 59enne Liviano Bulegato di Peseggia, titolare con la moglie dell’agriturismo «La casetta», a salire su una gru alta 18 metri di un cantiere edile di via Marco Polo. Ha aspettato che i due operai, padre e figlio, si allontanassero per pranzo per scalare il traliccio. Poco dopo mezzogiorno, l’uomo ha chiamato il 112 dei carabinieri, avvertendoli che si sarebbe lasciato cadere a terra se non fosse stato ascoltato. Ci è rimasto fino alle 18.35, quando ha avuto la garanzia che lo sfratto è stato sospeso fino a data da destinarsi.

C’è voluta la mediazione dei carabinieri, vigili del fuoco, sindaco di Scorzè Giovanni Battista Mestriner, parroco di Peseggia don Lino Bertollo e dei figli per farlo desistere. Sul posto è giunta pure l’ambulanza. Il fatto di ieri, è la punta di un iceberg vecchio dieci anni. Fino al 2002, Bulegato lavorava con la moglie in una fabbrica di lampadari a Santa Cristina di Quinto di Treviso. Dopo aver accumulato dei debiti con l’Inps e la chiusura della ditta, la famiglia aveva deciso d’investire nell’agriturismo di via Marco Polo. Lì avevano una taverna, l’hanno ristrutturata e ampliata proprio per avviare l’attività, che ora conta su una casa da 160 metri quadri, l’agriturismo da 100 metri quadri e due mila metridi terreno. Avevano chiesto anche un mutuo per 700 mila euro, per pagare il debito precedente e per la casa. Ma la banca gliene ha dati, solo 3 mila. E iniziavano i guai, come le cause civili e penali. Così i loro beni sono stati messi all’asta due anni fa, aggiudicata per 115 mila euro da una famiglia di Gardigiano. Dopo una serie di rinvii, oggi, quest’ultima, avrebbe dovuto prendere possesso di tutto ma Bulegato si è impuntato, cercando di far valere le sue ragioni.

«Volevamo partecipare all’asta», spiega la moglie Graziella Busato, « ma all’ultimo ci avevano detto che era stata annullata. Poi siamo venuti a sapere che c’era un solo compratore. Tutto questo non può valere una simile cifra: il giudice venga qui e si renda conto che il prezzo non è equo. La prima valutazione della perizia era di circa 230 mila euro. In questa storia ci sono degli indagati e chiediamo solo una proroga per far valere le nostre ragioni». Verso le 18.20 il giudice ha deciso di sospendere il provvedimento e Bulegato si è detto disposto a scendere. Lo hanno recuperati i pompieri e poi subito fatto salire su un’auto dei carabinieri. In attesa di una nuova puntata.

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