Sale chiuse, crepe, parco degradato: ecco Villa Pisani, gioiello della Riviera

La gestione unica dei musei storici, voluta dal ministro Bonisoli, preoccupa gli addetti: se oggi la situazione è critica, il futuro potrebbe essere ancora più preoccupante

STRA. Una bella signora avanti con l’età, che ha deciso di non nascondere i segni del tempo, lasciandosi andare. Appare così Villa Pisani, a Stra, gioiello delle ville venete che si affacciano sul Brenta. Ora diamante opaco.

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Costruita a partire dal 1721 su progetto di Gerolamo Frigimelica per la famiglia veneziana dei Pisani, l’avvicendamento dei proprietari della villa è lo specchio della storia contemporanea: nel 1807 fu acquistata da Napoleone; nel 1814 dagli Asburgo: ospitò lo Zar Alessandro I e Ferdinando II di Borbone; dal 1868, di proprietà del Regno d’Italia; dal 1884, museo. Nei primi del Novecento, fu visitata da Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse; nel 1934, fu cornice del primo incontro tra Mussolini e Hitler. Quindi, dal 1947, in gestione alla locale Soprintendenza ai monumenti.



Una storia piena di Storia, forse troppo pesante da sostenere. Le sale del lato ovest della villa sono chiuse dai primi di giugno (lo rimarranno fino a inizio ottobre) per il restauro della pavimentazione. La tappezzeria che ricopre le pareti delle sale è strappata, i muri e i soffitti crepati e anneriti. Il balcone di una sala è rotto: lo segnala un cartello.

In alcuni corridoi, il pavimento è spaccato. Ma la condizione peggiore è quella in cui versa il parco, distesa verde di undici ettari, fiore all’occhiello della villa. Fiore appassito, così come le piante delle serre: secche, sommerse dalle ragnatele. Le ampie vetrate rotte o ricoperte dalla polvere: c'è chi vi ha “scritto” con il dito “puliscimi”.

Si passeggia per il giardino e per terra si incontrano carte, pezzi di plastica. Alcuni, di grande dimensioni, impigliati tra i rami degli alberi. Degli arbusti sono caduti. Un lato del parco - sinistro, spalle alla villa - è inaccessibile, delimitato con un nastro bianco e rosso: “Divieto di accesso, pericolo”, recita un cartello; “Zona temporaneamente non accessibile per verifiche alle parti aeree degli alberi a seguito del nubifragio”, recita un altro. Anche le scuderie sono inaccessibili per lavori di restauro.



È accessibile, invece, il labirinto; ma versa in cattive condizioni la torretta centrale, la cui volta interna è in larga parte scrostata. Irriconoscibile la (fu) splendida esedra, il cui bianco delle pareti non è che un ricordo, ricoperto da una coltre di nera sporcizia. Mentre è chiusa la coffee house settecentesca, separata dal parco da un rigagnolo, il cui ponte di legno è interessato da lavori di ristrutturazione.



Tra i visitatori la preoccupazione è palpabile. C’è chi si china per raccogliere le carte a terra, chi osserva sconcertato le scritte sulle pareti esterne del giardino. «Vedere la villa in queste condizioni mette un’infinità tristezza», dice un’anziana. «Conservavo il ricordo del giardino rigoglioso e invece vedo piante secche, arbusti per terra, strutture abbandonate». Una condizione di trascuratezza sulla quale avanza lo spettro dell’unificazione dei due poli museali veneto e lombardo.

«Mi auguro che questa situazione non porti a un’ulteriore riduzione dei già limitati fondi a disposizione della villa», commenta la sindaca di Stra, Caterina Cacciavillani, che elogia il lavoro della direttrice Loretta Zega, ora in ferie.



«Capisco le difficoltà della direttrice nella gestione di questo patrimonio. Si impegna molto e con poche risorse. Se l’unificazione dei due poli dovesse portare a un ulteriore allontanamento tra fondi ed esigenze per la manutenzione del bene, significherebbe che non sappiamo valorizzare il nostro patrimonio artistico. Negli ultimi anni sono stati investiti diversi soldi per la manutenzione della villa, sono stati fatti importanti lavori di restauro, soprattutto nel parco. Le criticità, certo, rimangono, ma Villa Pisani non è abbandonata. Semplicemente, è un’area immensa che, per le sue caratteristiche, richiederebbe continui lavori di manutenzione». —

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