Ruga degli Oresi, l’appello dei commercianti

Petizione al sindaco di una serie di attività: «Così non possiamo continuare, davanti a noi non passa più nessuno» 



La luce che filtra in ruga degli Oresi dall’esterno è poca, in più le vetrine dei commercianti sono oscurate dai retrobottega dei negozi vicini, spesso adibiti a magazzino o addirittura con le saracinesche abbassate. Eppure, in quell’area, un’ordinanza del Comune per il decoro dell’area di Rialto prevede la “permeabilità visiva rispetto alle vetrine sul sottoportico”. Tradotto: anche chi vende i propri prodotti artigianali, sotto le arcate con gli affreschi del XVI secolo, deve poter essere visto da quanti passano per la calle principale, che porta al ponte sul Canal Grande. Peccato che poche decine di turisti, delle migliaia che passano per di lì ogni giorno, sono attratte da quei settanta metri quasi sempre all’ombra. Con il crollo degli affari per chi, da anni, è costretto a cercare in ogni modo visibilità.

La denuncia arriva proprio dai commercianti di ruga degli Oresi. A metà settembre, molti negozi hanno deciso di mettere nero su bianco le loro preoccupazioni e di spedirle al sindaco, all’assessore ai lavori pubblici, all’assessore al commercio e alla Municipalità. Si tratta di: Dusciana Bravura, L’Artistica, Brooksfield, Attombri, Vin del Paron, Off Line, Mud and Water, Le Friulane, Matisse, Ottica Outly. Il problema riguarda la fila di negozi affacciati su Campo San Giacomo che corre in parallelo rispetto alle botteghe di ruga degli Oresi. Per garantire a questi ultimi un minimo di visibilità, i primi dovrebbero rendere le pareti dei negozi trasparenti con l’uso di vetrine. Di più: dovrebbero anche consentire il libero accesso alle botteghe del sottoportico. Così prevede il regolamento per la riqualificazione delle botteghe in ruga degli Oresi approvato dal Comune nel 2015. Alcuni rispettano la normativa, molti altri no. E i controlli della autorità latitano. «Sono qui da 18 anni e arrivano residenti che mi chiedono se ho appena aperto» ammette Francesco Parma. È dello stesso avviso anche Maya Pirona, titolare de L’Artistica: «A causa di questa situazione, abbiamo anche l’80% di clienti in meno». La sua è l’ultima delle 33 oreficerie che sorgevano, fin dagli anni ’70, in ruga degli Oresi. A questo si aggiunge il problema dell’illuminazione del sottoportico: entra in funzione troppo tardi, sostengono i commercianti. I led, dopo gli ultimi lavori, illuminano finalmente gli affreschi del XVI secolo sotto le arcate del porticato. Il problema è che lungo quei settanta metri coperti inizia a fare buio già a partire dal pomeriggio mentre i led si accendono dalle 18.30 in poi, «quando i negozi stanno per chiudere» aggiungono. C’è allora chi propone un sistema crepuscolare, che entri in funzione in automatico con l’abbassarsi della luce naturale. Quella dei commercianti di ruga degli Oresi è solo l’ultima di una serie di sofferenze per le botteghe dell’area realtina. Lo dimostrano le recenti manifestazioni in difesa del mercato del pesce. E lo fotografano i dati raccolti da Nicoletta Frosini (Gruppo 25 Aprile): il crollo delle attività degli ultimi anni è drammatico. Le postazioni di ortofrutta sono oggi 29 rispetto alle 85 del 1994; i banchi del pesce, invece, sono ormai ridotti a 11 rispetto ai 19 degli anni ’90. —





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