Ritrovata la vera da pozzo più antica di Venezia: Archeoclub la «dona» al ministro Bonisoli

VENEZIA. La più antica vera da pozzo della laguna è stata ritrovata dopo quarant’anni. E riportata al Lazzaretto Vecchio, suo sito originale. Un «regalo» che ieri il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli ha ricevuto da Girolamo Fazzini, ispettore onorario della soprintendenza e fondatore dell’Archeoclub – che da anni ha in gestione l’isola – che ha condotto le indagini.
Un recupero che vale come una scoperta archeologica. Perché la vera in pietra d’Istria, di origine religiosa medievale, è il più antico reperto della storia dell’isola, datato prima della trasformazione da convento a lazzaretto.
Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza sono partite nel 2010. Quando un visitatore dell’isola, appena aperta al pubblico dai volontari, aveva confidato di sapere dove fosse nascosta la preziosa vera da pozzo trafugata nel 1970.

Alla fine è stata ritrovata in una villa di un imprenditore nel Veneto Orientale. Il Tribunale di Pordenone ne ha ordinato la restituzione. E nei giorni scorsi è stata trasportata a San Giuliano dalla ditta Diego Malvestìo e poi in laguna da Sergio Chiaranda, che lo hanno fatto gratuitamente. E infine restituita al «legittimo proprietario»: il Demanio, e per esso il Polo museale veneziano. L’annuncio ieri in Soprintendenza da parte di Fazzini a nome dell’Archeoclub. «Uno dei risultati concreti di una collaborazione che prosegue da anni tra Archeoclub veneziano e il Mibac», ha detto Fazzini. «È una bella cosa, lo presenteremo insieme», ha commentato il ministro.
Bonisoli ha presieduto negli uffici della Soprintendenza in palazzo Ducale una riunione sul futuro dell’isola del Lazzaretto vecchio, presenti la soprintendente Carpani e il direttore del Polo museale Daniele Ferrara, la direttrice del Museo Archeologico Anna Maria Larese.
Al Lazzaretto è prevista da tempo la realizzazione del nuovo Museo della laguna, vecchia idea di Luigi Fozzati. Un «Museo della città» che dovrebbe esporre i tanti reperti ritrovati in laguna e nelle isole o attualmente non esposti nei musei cittadini. Un’idea lanciata molti anni fa e tenuta ferma. Che adesso il ministro si è impegnato a rendere operativa. Si attende per i prossimi mesi il master plan, il piano degli interventi di restauro affidato all’architetto Giulia Passante. Si dovranno individuare le priorità dei restauri e come impiegare i primi 5 milioni di euro stanziati dal governo sei mesi fa.
«La priorità», è stato ribadito nella riunione, «è il restauro delle parti antiche, che potranno presto essere oggetto di visita. Cioè i camini cinquecenteschi, le scritte medievali sulle pareti, il Tezon Grande, i capitelli. Il lavoro di pulizia è stato fatto in questi anni dai volontari, ma adesso occorrono interventi strutturali per recuperare il patrimonio edilizio dell’isola, particolarmente prezioso.

Un primo gruppo di restauri affidati allora al Consorzio Venezia Nuova, furono avviati a metà degli anni Duemila. Tetti e grondaie nuovi di zecca. Ma l’abbandono del sito aveva provocato furti e distruzione di quanto appena restaurato. Adesso dal 2010 è operativa una convenzione tra il Polo museale e il Mibac da una parte e Archeoclub dall’altra per la vigilanza e la pulizia dell’isola.
Che sarà presto trasformata nel museo, insieme all’altra isola recuperata sempre da Archeoclub, il Lazzaretto Nuovo. Qui è attivo da anni un servizio di visite su prenotazione per far godere a veneziani e turisti le meraviglie dell’isola e il Tezon grando, il più grande edificio della laguna dove erano ricoverati in quarantena i sospetti di peste con le loro merci provenienti dall’Oriente. Adesso l’apertura al pubblico di un’isola dai mille tesori è fissata per il Lazzaretto vecchio il 23 settembre. Visite guidate e solo un accenno di quello che potrà diventare il luogo, a due passi dal Lido.
Il Lazzaretto ha visto negli ultimi due anni anche interventi della Biennale nella parte ottocentesca. Un pontile di sbarco e il restauro dei capannoni dal lato Lido, allestimenti per la Mostra del Cinema. Una convivenza che potrà rimanere anche a museo aperto. L’antico e il contemporaneo vicini.
«Ma oggi il ministro ha sostenuto il progetto del museo e questo ci ha fatto molto piacere», hanno commentato i volontari al termine della riunione. Un via libera dato alla presenza dei dirigenti del ministero in laguna che non ha soltanto un valore mediatico. Adesso si metterà a punto il master plan, poi via alle gare. —
Alberto Vitucci
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia