Ricattò per mesi un giovane si prende tre anni e otto mesi

VENEZIA. Un giovane era caduto nelle trappola e rischiava di esserne stritolato dopo essere stato fotografato davanti a una riga di cocaina e ricattato per mesi ( «se non mi dai cinquemila euro la mandiamo ai tuoi genitori»), ma alla fine è riuscito a trovare la forza di ribellarsi, e di denunciare il suo aguzzino. Ieri, il giudice veneziano Roberta Marchiori ha condannato a tre anni e otto mesi di reclusione il milanese, trapiantato a San Donà, Antonio Di Noia, 28 anni, che doveva rispondere di estorsione aggravata. A chiederne la condanna e a coordinare le indagini è stata il pubblico ministero Francesca Crupi, mentre il difensore, l’avvocato Giorgio Pietramala, si è battuto per l’assoluzione.
L'incubo del ventenne, impiegato nell'albergo di famiglia, a Jesolo, e residente in un comune della zona, era iniziato nel mese di dicembre del 2012. Lui e Di Noia si conoscono in una palestra di Jesolo. Una sera la compagnia finisce in casa Di Noia per l'ultimo bicchiere. Il ventenne, suo malgrado, si trova in mezzo a un coca party, con la droga messa a disposizione dallo stesso imputato. C'è chi approfitta del "regalo" mentre il ragazzo si rifiuta, ma, di nascosto, viene fotografato, davanti alla cocaina. Pochi giorni dopo la festa, Di Noia incontra il giovane jesolano chiedendo di fargli conoscere potenziali consumatori di droga, ai quale avrebbe potuto vendere la sostanza stupefacente. Il ragazzo si rifiuta e Di Noia comincia così a minacciarlo: «Ho la foto di te con la droga, consegnami 3.500 euro o la spedisco ai tuoi genitori, tanto so chi sono e dove lavoravano». Il ventenne teme possa davvero consegnare la foto ai genitori, ai quali sarebbe stato poi difficile spiegare come era stato incastrato. Per questo decide di pagare, con prelievi da 500 euro, fino a trovarsi con il conto corrente in rosso. Di Noia incassa i 3.500 euro, ma non si accontenta, e chiede ulteriori 1.500 euro. Il giovane si oppone, gli dice che non ha più soldi, spera di cavarsela scaricando davanti a casa del suo aguzzino uno scatolone con la playstation e altri prodotto tecnologici. Di Noia non si accontenta, lo minaccia con telefonate e sms, continua a ricordargli della foto, e gli fa sapere che i suoi familiari sono in pericolo, potrebbe accedere loro qualcosa di brutto, anche alla nonna. Un giorno il ventenne lo incontra davanti alla sede dell'Apt, dove era per sbrigare una commissione per l'albergo, e viene preso a schiaffi: «Guarda che mancano ancora 1.500 euro, non te la caverai con una playstation». Di Noia avrebbe confessato di aver insistito per avere i 3500 euro, soldi che avrebbe avanzato.
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