Rabbia e dolore ai funerali di Damiano Nordio
Applausi, pianti e grida strazianti durante la cerimonia per il giovane ucciso a coltellate

SOTTOMARINA.
Applausi, pianti, grida strazianti, rimpianti, accuse e lacrime a dirotto: il dolore e la rabbia che i parenti di Damiano Nordio provano ancora per la morte del loro ragazzo, sono stati espressi in ogni modo possibile, durante i funerali che si sono celebrati ieri pomeriggio. Ma su tutto ha prevalso la preoccupazione per Aurora, la figlia di appena tre anni che Damiano aveva messo in salvo pochi istanti prima di morire e che, ora, tutta la comunità dell'isola della Fossetta sente come «sua» figlia e vuole proteggere. Poco prima delle 15, l'ora dei funerali, il piazzale davanti alla chiesa della Navicella era già affollato: centinaia di persone che aspettavano in silenzio, raggruppati nei pochi spazi d'ombra, l'arrivo della salma. Davanti alla chiesa, anche sugli scalini, le corone di fiori di amici e parenti: i genitori e il fratello, i nonni, le famiglie di via Fossetta, cugini, zii, gli amici del bar del Viale di Cavarzere, tutti hanno voluto dare un simbolico saluto al 28enne tragicamente ucciso giusto una settimana fa. All'arrivo della salma il silenzio è stato rotto dalle grida della nonna di Damiano, che si è gettata sul feretro piangendo. Una scena che la donna avrebbe ripetuto ancora, al termine del funerale e al cimitero, urlando «Delinquenti, assassini!», ancora incapace di rassegnarsi alla morte del nipote. Poi, quando la bara è stata portata in chiesa tra due ali di folla, un muto dolore è tornato a dominare la scena. Pace, pietà, giustizia e perdono sono stati i concetti che il parroco della Navicella, don Alfonso Boscolo, ha voluto mettere al centro della sua omelia. Un modo indiretto di chiedere che non ci siano strascichi a questo delitto, dato che la voglia di vendetta si era fatta sentire la notte dell'omicidio e, forse non è ancora del tutto sopita. Don Alfonso ha voluto abbracciare simbolicamente anche Cristian Carisi, il sospettato omicida, ed ha sottolineato come molti giovani siano in balia di una «società senza ideali» che «promette molto, ma regala solo illusioni», una condizione di «emergenza educativa», qui come altrove, che ha portato la comunità della Navicella a decidere di offrire alla piccola Aurora un posto gratuito all'asilo della suore. «Un ambiente tranquillo, in cui potrà crescere serena» - ha detto il parroco. La mamma di Damiano, seduta in prima fila, insieme ai parenti più stretti, ha ascoltato in silenzio, tenendo sempre il capo sulla spalla del figlio minore, diventato «adulto», suo malgrado, la notte in cui ha visto morire il fratello. Da quello stesso banco, al termine della cerimonia, si sono alzate due cugine di Damiano, che ne hanno tracciato, piangendo, un breve ritratto. «Sapeva far sorridere tutti - ha detto la prima - e condivideva ogni cosa. C'è stato anche chi ne ha approfittato. Aveva molti amici ma nessuno che l'abbia aiutato, intervenendo a difenderlo, quando ne avrebbe avuto bisogno». «Da lassù - ha aggiunto la seconda - aiuta il papà e la mamma, che non hanno più forza, veglia sulla piccola Aurora, a cui hai voluto tanto bene. Noi ci prenderemo cura di lei, in tuo ricordo». Parole d'affetto, mischiate ai ricordi e alle lacrime, ma che hanno dato la misura dell'attaccamento della famiglia al giovane ucciso. Infine il viaggio al cimitero, dove Damiano è stato sepolto in terra e dove la nonna lo ha chiamato per l'ultima volta.
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