Quattro donne trasportano la bara al funerale

Quello di Aligi Belloni, celebrato ieri nel cimitero di Mestre, è stato senza dubbio un funerale particolare: non solo si è preferita una cerimonia laica, nel Giardino del Ricordo del camposanto piuttosto che nella vicina cappella, ma a caratterizzare ulteriormente l’ultimo saluto al compianto tecnico mestrino ci hanno pensato gli alpini, compagni d’armi di Belloni e accorsi al suo estremo richiamo, e soprattutto le operatrici funebri dell’impresa “La Generale”: per la prima volta nel Veneziano a portare il feretro dal carro funebre fino all’isola verde e, di nuovo, indietro fino al luogo dell’eterno riposo ci hanno pensato quattro donne, una squadra completa di professioniste che rappresentano quasi un unicum in un settore dominato dagli uomini. Pantaloni neri, scarpe verniciate, cappotto scuro a doppiopetto e sciarpa grigia, le quattro operatrici hanno fatto il loro esordio impeccabile, dimostrando la tesi della titolare Cristina Oddennino e di Stefano Santinello, dell’impresa di trasporti funebri “Veneziana”: «Ci sono mestieri che tradizionalmente si associano solo a donne o solo a uomini, ma nel 2017 è arrivato il momento di superare simili stereotipi», insisteva Santinello ieri pomeriggio, «in questo settore le ragazze non si vedono mai molto a lungo, sono quasi sempre parenti dei titolari e appena possono si chiudono in ufficio. Noi crediamo sia giusto che chiunque possa svolgere qualsiasi compito».
Le richieste, finora, non sono mancate: appeso il cartello “cercasi personale” in diverse hanno risposto, donne di tutte le età e di diverse esperienze, che hanno scelto di provare questa nuova strada anche nella speranza di poter fornire un appoggio a chi soffre: «Speriamo di poter dare un valore aggiuntivo ai servizi, incontrando le esigenze di tutti in un momento difficile», ha spiegato ieri Francesca, dopo aver svolto il suo compito. «Noi siamo disponibili ad ogni richiesta, non solo per una formazione tutta al femminile. In totale adesso siamo in sei». La palla, ora, è nel campo delle altre onoranze funebri, perché, come ribadiscono i dipendenti de “La Generale”, la speranza non è quella di un’esclusività, ma di un cambio di passo del comparto.
Giacomo Costa
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia