Quattro casette in legno per aiutare i terremotati

MARTELLAGO. Continua la solidarietà a favore delle popolazioni vittime del terremoto nel Centro Italia. Nei prossimi giorni saranno consegnate quattro casette in legno per altrettante famiglie di Cittareale, piccolo paese di montagna in provincia di Rieti, saranno donate e installate per iniziativa del Centro di formazione professionale (Cfp) di Fonte (Treviso) di cui il parroco di Maerne don Paolo Magoga è presidente. E proprio la Caritas di Maerne e l'imprenditore edile Luca Vian di "ML Costruzioni" di Spinea sono inserite nel progetto; con loro, infatti, ci sono anche la Regione, la Protezione civile nazionale degli Alpini, gli alpini di Fonte Alto e altre imprese che hanno permesso di mettere a disposizione le strutture, della misura di 6 metri per 6, che valgono circa 20 mila euro. E ci sono già i destinatari, come spiega don Paolo. «Attraverso il parroco di Cittareale don Fabio Gammarota» spiega il sacerdote «le casette saranno donate a Ivan un ragazzo di 31 anni che ha perso la moglie e un bimbo di 4 mesi; ad Enrico e Fabiana prossimi al matrimonio il 13 maggio, lei incinta da poco, e ad Antonietta collaboratrice del parroco ora ospite a Roma. Per la quarta casetta stiamo valutando un altro caso particolare». Il Cpf di Fonte metterà a disposizione i propri elettricisti Diego Cadonà e Adriano Torresan e una prova di montaggio si terrà sabato prossimo a Maerne per capirne i tempi, i modi e quali attrezzi possono tornare utili per l'assemblaggio. «Ringrazio fin d'ora l'assessore veneto al Lavoro e alla Formazione Elena Donazzan» continua don Paolo «che si è detta entusiasta del progetto e del gemellaggio tra parrocchie e pronta ad aiutarci nel supporto logistico. Con la Caritas di Maerne procureremo l'arredamento minimo per rendere le casette vivibili e abitabili: tavoli, sedie, quadri, lampadari, termosifoni. Siamo in contatto con un produttore di mobili che dovrebbe fornirci il materiale per l'arredo e un'azienda produttrice di armadi». (a.rag.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia