«Primo soccorso, l’importanza dei corsi»

Intervenire subito, con gli strumenti giusti ma soprattutto con le competenze necessarie per non essere di intralcio o, peggio, causare danni: per salvare una vita non bastano un paio di manovre viste magari attraverso lo schermo di un televisore, ma è indispensabile una preparazione specifica, che oggi sempre più associazioni e società si preoccupano di fornire ai propri membri.
A spiegarlo è Mauro Bonivento, presidente del club subacqueo “Mestre Scuba Team”, che vanta ben dodici operatori abilitati al primo soccorso, o Basic Life Support (Bls, in gergo). «Per la formazione noi ci affidiamo al Divers Alert Network, la rete internazionale che assiste i subacquei di tutto il mondo: sono loro ad inviarci periodicamente un trainer che spiega tutti i passaggi». Il primo anello della catena di soccorso, comunque, resta la respirazione cardio-polmonare: «Innanzitutto bisogna verificare se il ferito è cosciente, e se non lo è si procede subito al massaggio cardiaco e alla respirazione bocca a bocca - continua Bonivento -. Ma prima ancora bisogna liberare l'area e chiedere ad un'altra persona di allertare il 118. Poi, se ancora non si ricevono risposte dall'assistito, si deve procedere alla defibrillazione, ma va fatto subito, entro tre minuti, o si rischia di incorrere in danni da ossidazione al cervello, che possono anche essere gravissimi».
L'utilizzo degli apparecchi salvavita è semplice: «I defibrillatori d'emergenza non sono come quelli che si vedono nei film: aperta la scatola lo schermo spiega subito cosa fare, e se il sistema riconosce l'impossibilità di agire non si attiva, per evitare possibili danni, per questo si chiamano automatici». In ogni caso la formazione resta indispensabile: «Il primo corso dura circa due giornate, ma poi è necessario un aggiornamento all'anno, per verificare che gli abilitati siano ancora capaci e per informarsi sulle possibili novità dei macchinari. Non bisogna mai sottovalutare la preparazione fornita da questi corsi: anche nel caso in cui arrivasse per tempo l'ambulanza, infatti, un operatore consapevole sarebbe in grado di fornire ai sanitari le informazioni di cui hanno bisogno e che, invece, una persona digiuna di qualsiasi conoscenza in merito potrebbe non comprendere». «Proprio venerdì 24 febbraio aspettiamo il trainer del Dan per il refresh annuale - conclude il presidente del club subacqueo -. Se in queste occasioni qualcuno volesse partecipare sarebbe sufficiente una telefonata». (gi.co.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia