Portuali in sciopero per 24 ore con presidi e cortei in strada

La recente riforma che ha accorpato i porti italiani e creato le nuove Autorità di Sistema Portuale e ridotto all’osso la loro “governace” a scapito dei lavoratori sul piano previdenziale e non solo....
La recente riforma che ha accorpato i porti italiani e creato le nuove Autorità di Sistema Portuale e ridotto all’osso la loro “governace” a scapito dei lavoratori sul piano previdenziale e non solo. Domani, infatti, i lavoratori dei porti di tutta Italia scenderanno in sciopero per 24 ore. Sono previsti volantinaggi e rallentamento del traffico nella zona del porto merci a partire dalle 6 della mattina e possibili cortei in strada. La mobilitazione a Venezia e Chioggia è stata anticipata, ieri, da un'assemblea nella sede della Compagnia dei Lavoratori Portuali a Porto Marghera. Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanbno indetto lo sciopero per protestare contro il Decreto Legislativo licenziato dal Consiglio dei ministri che, a loro avviso «finisce per privatizzare ancor più i porti senza garantire sufficienti tutele ai lavoratori e agli stessi operatori portuali». In predicato c’è anche la non completa unificazione di alcuni scali, come quelli di Venezia e Chioggia.


Inoltre, secondo gli stessi sindacati «resta incomprensibile l'opposizione del ministero dell' Economia e Finanza, assunta in Consiglio dei ministri, sulla possibilità di prevedere, in un quadro di politiche attive, l'accompagno all'esodo per i lavoratori dei Porti al di là delle facoltà previste per gravi crisi aziendali, con la creazione di un apposito Fondo».


«Questa condizione di indeterminatezza per le aspettative e le prospettive dei lavoratori dei porti – aggiungono i tre sindacati in un comunicato stampa – , in assenza di ulteriori sviluppi nel dibattito parlamentare, conferma e rafforza le ragioni dello sciopero nazionale di tutti i lavoratori dei porti dichiarato per il 15 dicembre». «Come per il passato – aggiungono – produrremo ogni sforzo e offriremo ogni nostro contributo, nei giorni che restano all'iter parlamentare, per tentare di trovare una soluzione utile a completare il quadro normativo. Tutto ciò nell'interesse e nella direzione di garantire le efficienze per l'intero sistema nazionale e le tutele per i lavoratori dei porti indispensabili, oggi più che mai, soprattutto in funzione di un contesto economico dominato dalla presenza sempre più protagonista dello shipping nel segmento portuale, le cui ricadute sul lavoro sono ancora non stimabili».


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