Porto, bandi e gare finiscono in Procura
Strascichi giudiziari dopo il licenziamento del direttore tecnico. Il presidente Musolino: «È venuto meno il rapporto di fiducia»

Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, Laguna Palace/ Convegno “Zona Franca e Zone Economiche Speciali”. Nella foto: Pino Musolino, Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale
Divulgazione di documenti riservati e cessazione del rapporto di fiducia, dubbi sulla gestione di bandi e gare d’appalto segnalati alla Procura della Repubblica di Venezia: sono questi i motivi ufficiali del licenziamento del direttore tecnico dell’Autorità Portuale di Venezia deciso nei giorni scorsi da Pino Musolino, presidente dell’Autorità Portuale di Sistema dell’Adriatico Settentrionale che ha anche segnalato alla Procura della Repubblica di Venezia alcuni appalti sospetti, per le opportune verifiche. La funzioni di direttore tecnico sono state assegnate ad interim all’attuale segretario generale del Porto, Martino Conticelli, in attesa di una nuova selezione «conforme alle norme di legge di un apposito bando per la nomina di un nuovo direttore tecnico, per garantire la continuità dei servizi atutta la comunità portuale». La notizia del licenziamento dell’ingegnere Nicola Torricella ha stupito più di qualcuno negli ambienti portuali veneziani. Pino Musolino è arrivato nel febbraio scorso, dopo la sua nomina – firmata dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Delrio, in accordo con il governatore del Veneto, Luca Zaia – come successore di Paolo Costa alla presidenza della nuova Autorità Portuale di Sistema, nata dalla recente riforma dei porti italiani. Fin dal primo giorno del suo mandato il presidente Pino Musolino aveva confermato l’ingegnere Nicola Torricella come direttore tecnico, come del resto avevano fatto prima di lui i precedenti presidenti Giancarlo Zacchello (che lo aveva assunto) e Paolo Costa. L’importante incarico di direttore tecnico del Porto di coordinare l’ufficio che costruisce e mantiene le infrastrutture portuali (strade, ferrovie, banchine, canali e altre strutture e reti) nonché di esercitare la funzione di Rup, ovvero responsabile unico dei procedimenti per la gestione delle gare di appalto per l’assegnazione di lavori commissionati dall’ente portuale.
Nello specifico, il delicato incarico di Rup prevede la supervisione e la gestione delle gare d’appalto, con il controllo dell’effettiva e regolare esecuzione delle gare, dalla progettazione alla realizzazione effettiva sino alla rendicontazione delle attività svolte dall’impresa aggiudicatrice. Nella sua segnalazione alla Procura veneziana, il presidente Musolino chiede alla magistratura di verificare e analizzare proprio l’attività di Rup svolta da Torricella negli ultimi anni, anche per quanto riguarda – come prevede il nuovo codice degli appalti messo a punto dall’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone – la «programmazione degli appalti e le relative proposte e informazioni ai fini della predisposizione del programma triennale dei lavori pubblici e relativi aggiornamenti». Il nuovo codice degli appalti assegna al Rup il «potere di controllo sull’esecuzione dell’appalto e sui livelli di prestazione, di qualità, di prezzo e sulle procedure, con l’obbligo di segnalare eventuali disfunzioni, impedimenti, ritardi». Il Rup ha pure «la prerogativa di diffidare l’affidatario dell’appalto o il subappaltatore e di apportate varianti e modifiche ai contratti di appalto in essere senza una nuova procedura di affidamento». Nei suoi anni di lavoro all’Autorità portuale veneziana, Torricella ha gestito svariati progetti e bandi d’appalto e possibilmente la «venuta meno del rapporto di fiducia» di Pino Musolino nei suoi confronti ha a che vedere con uno o più procedimenti d’appalto firmati e gestiti da Nicola Torricella.
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