Porto: Allibo in crisi, 23 licenziati

Chioggia. Aperta la procedura per il calo del fatturato. Sindacati in municipio. Interviene il sindaco
Di Elisabetta B. Anzoletti
Baschieri mph05a Elisabetta Donaggio Chioggia: inaugurazione della Romano P. il presidente della regione Veneto G. Galan
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CHIOGGIA. Licenziamento per 23 lavoratori del porto, dipendenti dell’Allibo Adriatico. L’azienda, che è subentrata alla Cargill due anni fa assorbendo 32 dei 48 dipendenti, ha avviato le pratiche per il licenziamento a fine agosto per 23 dei 32 dipendenti per problemi di fatturato.

Una situazione preoccupante su cui ieri i sindacati, che siedono al tavolo delle trattative, hanno chiesto l’intervento urgente dell’amministrazione comunale. In pratica dopo appena due anni si ripresenta lo stesso scenario di allora quando la multinazionale Cargill annunciò l’intenzione di abbandonare il porto di Chioggia lasciando a casa tutti i 48 dipendenti.

Un’ipotesi che provocò la mobilitazione dei sindacati e un grosso lavoro di mediazione dell’amministrazione che ebbe esito positivo. Alla Cargill subentrò la Allibo che assorbì 32 dei 48 lavoratori presentando un piano industriale che dava ampie garanzie per il futuro. «Ora del tutto a sorpresa ci si ripresenta la stessa situazione», spiega il sindaco, Giuseppe Casson, «siamo estremamente preoccupati. Si tratta di 23 lavoratori chioggiotti che rischiano di rimanere a casa. Abbiamo rinnovato ai sindacati tutta la nostra disponibilità, come allora, a lavorare per salvare questi posti di lavoro e per mantenere nel nostro porto questa attività».

Perché il rischio, licenziando 23 lavoratori sui 32 totali, è che si vada verso una liquidazione della società che peraltro è l’unica che fa questo tipo di attività in porto, sfruttando la vocazione fluvio-marittima. L’amministrazione incontrerà a stretto giro i vertici dell’Allibo per capire cosa stia succedendo e quali siano le intenzioni. «Qualcosa non ci torna», spiega Renzo Varagnolo, segretario Cgil trasporti, «se l’azienda continua a movimentare 400.000 tonnellate di merci all’anno, come prima, perché pensa ad una manovra del genere? E con 9 dipendenti cosa vorrebbe fare? Se stanno pensando ad una terziarizzazione dell’attività, noi siamo contrari così come respingiamo la procedura di licenziamento. Martedì incontreremo la proprietà, a termine dei 45 giorni di confronto previsti dalla legge. Chiaro che se non troviamo margini di trattativa, ci sarà un inasprimento delle nostre posizioni».

Posizione condivisa anche dalla Cisl. I sindacalisti hanno anche fatto notare che quasi tutti i 16 dipendenti lasciati a casa due anni fa nel passaggio dalla Cargill all’Allibo sono tuttora senza lavoro. «Le merci arrivano», ribadisce il vicesindaco Maurizio Salvagno, «non capiamo perché si pensi ad un ridimensionamento così pesante del personale. La allibo tratta 400.000 tonnellate di merci, significa il 30% del volume totale del nostro porto, non stiamo parlando di un settore minimale, vuol dire allora che si tratta di fatturati e bisogna capire se sono contrazioni congiunturali o problemi strutturali. Se questa ditta lascia il porto se ne va una fetta consistente del lavoro e non lo possiamo permettere».

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