Ponte di via Torino demolizione rampe

Al lavoro di giorno ma anche di notte per demolire le vecchie rampe del cavalcavia di via Torino. Procedono i cantieri, finanziati dal Mise, Ministero dello sviluppo economico nell’ambito dell’accordo per la chimica con 17 milioni di euro, per la nuova viabilità della prima zona industriale. Da un mese il cantiere avanza anche in notturna ed è oramai a buon punto la demolizione delle rampe del cavalcavia di via Torino, chiuso al traffico fino al 2022.
I cantieri procedono con brevi modifiche alla viabilità con un cantiere che opera fino alle 17, tutti i giorni.
Dagli uffici dei Lavori pubblici spiegano che i cantieri sono entrati nel vivo ed entro la fine di marzo toccherà ai lavori di spostamento di un tratto di linea ferroviaria che corre a ridosso del Vega-Parco scientifico e tecnologico. I binari veranno spostati di circa cinque metri per fare spazio al nuovo sviluppo di via della Libertà: il lungo rettilineo tra Marghera, Mestre e Venezia vedrà la nascita di una grande rotatoria davanti alla Fincantieri. Più avanti all’altezza del Vega le auto correranno in un viadotto: sopra passerà la seconda rotatoria, sopraelevata, con svincoli che andranno a collegare direttamente via Torino e il campus universitario con la prima zona industriale e il Parco scientifico e tecnologico che ospita per esempio i laboratori di restauro di Ca’ Foscari. Due pezzi di città che tornano ad essere uniti, bypassando il limite naturale della linea ferroviaria tra Mestre e Venezia. «Costruiamo un raccordo multilivello che semplifica l’accesso all’area di Porto Marghera, collegando il Forte, Parco San Giuliano e il polo universitario», ha ribadito il primo cittadino ieri mostrando via Twitter le foto delle gru al lavoro sul cavalcavia di via Torino.
Nelle scorse settimane, causa cantieri, sono stati spostati di alcuni metri anche i due autovelox che sorvegliano il traffico nelle due carreggiate. Il grande cantiere prevede anche lo spostamento della “Mano”, la scultura dello scultore Mario Irraràzabal, realizzata a Venezia in occasione della Biennale del ’95, donata dall’artista alla città e “parcheggiata” tra le auto e la sporcizia del Vega dal lontano 1996. L’opera verrà spostata e ripulita per essere poi ricollocata all’interno della nuova viabilità della prima zona industriale, valorizzandola come hanno chiesto politici come Gianfranco Bettin, studiosi come Tiziana Plebani, ma anche un gruppo di lavoratori del Vega. —
M.Ch.
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