Polveri sottili allle stelle, ma l’allerta scatterà solo venerdì

MESTRE. L’anno nuovo è appena cominciato è già ci sono da registrare i primi quattro giorni consecutivi di superamento del limite di sicurezza previsto dalle normative europee per le concentrazioni di polveri sottili (Pm10) e ultrasottili (PM2,5) nell’aria che respiriamo.
Stando a quanto previsto dall’accordo interregionale sulle misure di emergenza , sottoscritto anche dal Veneto, dopo quattro giorni di superamenti consecutivi di concentrazioni di Pm10 oltre il limite dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria, deve scattare il secondo livello (arancione) di misure anti-smog, con limitazioni per gli impianti di riscaldamento e il divieto di roghi e falò all’aperto, come quelli dell’Epifania , lo stop alla circolazione delle auto a benzina euro 0 e 1 e auto e camion diesel euro 0, 1, 2 e 4, nonché le moto a 2 tempi euro 0.
Ma, grazie alle burocratiche e paradossali procedure previste dall’accordo interregionale, bisognerà attendere la comunicazione del Bollettino dei livelli di allerta per il Pm10 che l’Arpav diffonde solo di lunedì e giovedì. Dunque, le misure d’emergenza del “livello arancione” dovrebbero scattare solo da venerdì prossimo, quando, viste le previsioni meteo dell’Arpav, i superamenti del limite saranno con molta probabilità già sei, a fronte del limite dei 35 superamenti del limite giornaliero che dovrebbe valere per tutto il corso di quest’anno.
Senza parlare dei livelli di Pm2,5 (le polveri ultrasottili, più insidiose del Pm10) per le quali è accertato un danno “sanitario grave e immediato” anche se si tratta di modeste quantità- Non a caso il limite dei 35 superamenti viene oltrepassato abbondantemente da anni e se l’accordo interregionale non sarà modificato introducendo misure immediate di limitazione delle fonti di emissione di polveri sottili, si ripeterà anche quest’anno.
Lo stesso discorso vale per i livelli di Pm2,5, ovvero la particella più pericolosa del Pm10, del quale fanno parte, per le quali è accertato un danno “sanitario grave e immediato” anche se si tratta di modeste quantità, in quanto penetrano immediatamente nell’apparato respiratorio e nel sangue. L’unica centralina della rete dell’Arpav, a Portogruaro, che tiene sotto controllo il Pm2,5 è arrivata a misurare 311 microgrammi, pari a dodici volte il limite previsto (25 microgrammi), mentre le quattro centraline della rete indipendente di “Che aria tira”, hanno misurato 340 microgrammi di Pm2,5 a Campalto, 272 a Marghera e 264 a Tessera, negli ultimi sette giorni.
Secondo la più grande ricerca mai condotta al mondo sugli effetti dell’esposizione a lungo termine alle polveri ultrasottili di 60 milioni di persone per 12 anni consecutivi: «l’inquinamento dell’aria può uccidere anche a basse concentrazioni, inferiori a quelle ammesse dalla legge italiana ed europea».Lo studio - condotto da otto ricercatori dell’Università di Harvard (Usa) fra cui le italiane Francesca Dominici e Antonella Zanobetti – è stato pubblicato dalla più importante rivista di medicina del mondo, il New England Journal of Medicine.
I ricercatori hanno analizzato la salute dell’intera popolazione americana coperta dall’assicurazione Medicare (60 milioni di persone per 12 anni), mettendo in correlazione la salute di ogni singola persona con le concentrazioni medie di PM2,5 respirate.
Risultato: per ogni aumento di 10 microgrammi su metro cubo di particolato fine (Pm 2,5) il rischio di morire per malattie respiratorie che per complicazioni cardiache e neurologiche dovute all’esposizione a lungo termine alle polveri, aumenta del 7,3%. —
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