Brugnaro verso il processo, opposizioni all’attacco: «Dimissioni necessarie, via anche i collaboratori»
Dal Pd ai Cinquestelle, dai Verdi alla sinistra: «Si torni a votare al più presto». L’ex sindaco Ugo Bergamo: «La vera vittima di questa storia è la città, non lui»

Appena si diffonde la notizia della richiesta di rinvio a giudizio, l’opposizione di centrosinistra veneziana torna a levare un solo grido, la richiesta di dimissioni del sindaco, ma anche del direttore generale e del vice di Ca’ Farsetti. Chiamando in causa anche i partiti che in questi dieci anni hanno garantito il governo di Venezia saldamente nelle mani del centrodestra a trazione fucsia.
«Brugnaro liberi la città, si torni subito a votare! A prescindere da come andrà a finire la vicenda giudiziaria, è evidente l’insostenibile conflitto d’interesse che ha segnato la vita pubblica della nostra città», attacca subito la segretaria del Partito Democratico, Monica Sambo. Che si rivolge direttamente agli alleati del sindaco. Ovvero a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
«Le forze politiche che hanno sostenuto Brugnaro fino a oggi non possono più fare finta di niente: devono smarcarsi da questo sistema, assumersi la responsabilità politica e voltare pagina. Sappiamo che Brugnaro non si dimetterà spontaneamente, ma Venezia merita di meglio. Venezia merita trasparenza, dignità e legalità». Si aggiunge anche il consigliere dem Paolo Ticozzi che, commentando la notizia della richiesta di rinvio a giudizio alla fine dell’inchiesta “Palude”, sui social, esce con una polemica domanda al centrodestra: «E ora cosa faranno i partiti che sostengono o forse sostenevano il sindaco? Continueranno come nulla fosse come è stato fino ad oggi?».
Il sociologo Gianfranco Bettin (Verdi progressisti) è invece stavolta lapidario: «La giustizia fa il suo corso». Non una parola di più.
Che servano le dimissioni ora che l’inchiesta della Procura ha portato alle richieste di rinvio a giudizio lo dicono tutti.
L’avvocato Marco Gasparinetti (Terra e acqua) aggiunge. «Ferma restando la presunzione di innocenza, il fatto che siano state respinte le richieste di archiviazione non depone certo in favore di chi pervicacemente rimane aggrappato a cariche pubbliche senza il minimo segno di imbarazzo. Vale per il sindaco ma anche per gli altri e in particolare per chi ricopre la carica di direttore generale del Comune e in quella posizione può condizionare pesantemente il buon funzionamento e l’imparzialità della macchina comunale».
Per il Movimento 5 Stelle la consigliera Sara Visman ammette: «Il rinvio a giudizio ce lo aspettavamo. Abbiamo letto le carte e i resoconti della stampa che evidenziano gli episodi in cui c’è stato coinvolgimento diretto del primo cittadino. Ora, al di là del percorso giudiziario, serve una presa d’atto del primo cittadino, quella di rendere Venezia libera da qualunque sospetto». E la consigliera regionale Erika Baldin: «Proprio per tutelare il massimo bene di Venezia, è opportuno che il sindaco rassegni quanto prima le sue dimissioni, in modo da potersi difendere nel processo e aprire così una stagione nuova alla guida della città».
L’ex sindaco Ugo Bergamo che, con la sua lista “Venezia è tua” è sceso subito in pieno clima da campagna elettorale, scalda i motori. E non è certo morbido nel suo giudizio.
«Brugnaro si dice vittima. Ma la vera vittima è Venezia: svuotata, svenduta, ridotta a vetrina per ricchi e dormitorio per chi resta. Ora chi ha governato senza ascoltare, dovrà finalmente rispondere. Noi vogliamo un’amministrazione onesta, limpida, dalla parte dei cittadini. Basta giustificazioni».
Anche Giovanni Andrea Martini, il consigliere indipendente già lanciato, con l’alleato Michele Boato, in una campagna elettorale autonoma alla coalizione di centrosinistra, si fa sentire. «Una tempesta di messaggi che nemmeno a Pasqua o Natale a suon di “Bene” e “Finalmente”», dice. «Questo è accaduto quando è circolata la notizia della richiesta di rinvio a giudizio di Brugnaro. È un segnale chiarissimo di come la città aspettasse questo momento, di come tutta la città fosse ben conscia che quanto via via si veniva a conoscere doveva portare a questo risultato. Come farà Fratelli d’Italia che vuole prendere le redini della città a sostenere ancora il sindaco? Come farà la Lega e Forza Italia a dare ancora fiducia ad un sindaco rinviato a giudizio? Come faranno questi partiti, che presto dovranno presentarsi davanti agli elettori, a sostenere ancora questo sindaco? Noi chiediamo ancora più forte le dimissioni del sindaco Brugnaro».
Tornando nei ranghi ampi del centrosinistra veneziano, ma fuori da Ca’ Farsetti, anche Sinistra Italiana interviene con Giacomo Cervo e Maurizio Enzo. «La richiesta di rinvio a giudizio di Luigi Brugnaro e oltre una trentina di persone coinvolte nell’inchiesta Palude rende palese cioè che sappiamo da anni: nella città il conflitto d’interessi è sistematico, toccando ogni ambito dell’amministrazione». E ribadiscono la richiesta di dimissioni. «Venezia ha bisogno di un sindaco che metta al centro il bene comune, la sicurezza, il diritto alla casa, lavoro stabile e una vera rigenerazione della città, basata su un sviluppo economico sostenibile. Serve un sindaco, non un padrone», incalzano.
E dalla società civile parla anche Daniele Giordano, segretario della Cgil veneziana. «Al di là della vicenda politica noi siamo preoccupati per il presente e futuro della città: una amministrazione bloccata, vertici indagati, un assessore finito in carcere proprio quando bisognerebbe far volare gli investimenti a Venezia, in particolare per la ZLS. Rischiamo di perdere importanti investimenti per un altro anno, un’altra volta. Fondamentali per rilanciare la città».
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