Plateatici abusivi il Comune sollecita la rimozione rapida

«Ho dato indicazione alla direzione del Commercio e a quella della Polizia municipale perché si attivino per una più celere rimozione degli abusi: si tratta di organizzarsi con l’Economato per avere a disposizione una barca e portare via subito la merce esposta in maniera fuori norma. Non è materia della quale dovrebbe occuparsi la Direzione generale, vista tutta una serie di abusi, ma - tant’è - l’indicazione l’abbiamo data».
Così il direttore generale del Comune, Marco Agostini, risponde agli articoli e alle fotografie che raccontano di negozi di souvenir con ceste ricolme a terra fuori della porta, edicole piene di espositori di ninnoli, cascate di borse appese all’esterno.
La sovrintendenza ha scritto lettere per sollecitare verifiche nell’area realtina; le stesse categorie chiedono di porre un freno all’apertura di nuovi negozi di souvenir-pelletteria tutti uguali e controllare gli abusi; anche l’assessora al Commercio, Carla Rey, ha segnalato un «deficit di controlli»; su facebook impazzano le proteste dei veneziani.
«Bisogna anche mettersi d’accordo: se sanzioniamo siamo rompiscatole, se non lo facciamo siamo inadempienti, ma poi le regole valgono sempre per gli altri», replica Agostini, «purtroppo molti negozi oggi di souvenirs godono ancora di vecchie concessioni date quando vendevano altra mercanzia, come ad esempio asciugamani che si potevano tenere nelle ceste. Bisogna andare a scadenza di concessione e poi rivederle ed è quello che si sta facendo. Certo poi ci sono gli abusi bell’e buoni e purtroppo i 50 euro di sanzione non bastano: nel nuovo regolamento del commercio - che doveva già essere stato approvato in Consiglio comunale, ma è caduto il numero legale - è stata introdotta la sanzione accessoria, in caso di recidiva, che prevede prima la chiusura dell’esercizio e poi, se plurirecidiva, la revoca dell’occupazione di suolo. Ma bisogna che ognuno faccia la sua parte: liberalizzazioni non vuol dire Far West».
Nel frattempo, però, molte strade del centro lo stanno diventando, quanto a plateatico fai-da-te, senza evidenti interventi di controllo: si promette “pulizia” più rapida, non resta che verificare.
In commissione plateatici - spiega il direttore generale - «abbiamo esaminato il percorso dal Ponte della Costituzione a campo San Bortolomio. Stiamo incrociando con gli uffici e la soprintendenza i vari piani di occupazione del suolo - commercio, ambulanti, pubblici esercizi - per risolvere alcune questioni senza necessariamente battaglie: serve un altro mese di lavoro». «Per intendersi», chiarisce Agostini, «le bacheche da 15 cm di Benevento lì da 50 anni forse possono restare, i chioschi in Lista di Spagna possono essere riorganizzati come abbiamo fatto a piazzale Roma, gli espositori pur autorizzati vanno invece rivisti, i tavolini in bambù non hanno senso a Venezia, mentre le pedane (speriamo di convincere la Sovrintendenza) ci aiutano a delimitare i plateatici». «Dopo di che», conclude il direttore generale, «ci sono autorizzazioni da rivedere con le categorie per fare una proposta civile e unitaria. Bisogna spiegare a tutti che il plateatico è finito, saturo, non si ha diritto a tavolini e sedie se si trasforma un magazzino in bar. Poche regole, ma chiare e stangare chi non le rispetta. Stiamo, però, elaborando con il sindaco Orsoni una proposta nazionale per introdurre diffida amministrativa prima della sanzione, per evitare “casi” come quello del “calcio balilla” a Mestre. Oggi non sanzionare un abuso è omissione penale: nel clima di liberalizzazioni servirebbe un’amministrazione friendly, che prima ti dice che stai sbagliando e che, poi, se non rimuovi l’abuso, ti stanga, ma serve una riforma delle sanzioni amministrative».
Roberta De Rossi
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