Pista da cross nell'oasi degli Alberoni, sequestrata

VENEZIa. I Carabinieri Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Venezia, con la collaborazione della Stazione CC Forestale di Mestre, e il supporto logistico del Comando Stazione dell’Arma Territoriale di Venezia Lido, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia, hanno proceduto ad effettuare un sequestro preventivo di una pista di ciclocross di rilevanti dimensioni e dei relativi accessori, realizzata presso l’Oasi naturalistica gestita dal WWF al Lido di Venezia.
In particolare, su di segnalazione del WWF, il NIPAAF di Venezia, a seguito di mirata attività d’indagine, è stata verificata la realizzazione abusiva (in quanto compiuta in assenza di qualsiasi autorizzazione paesaggistica e concessione demaniale), della predetta pista di ciclocross e accertava, anche mediante attività di osservazione, che la stessa veniva implementata periodicamente, ammodernata e adattata alle esigenze dei fruitori (con tanto di attrezzi di lavoro rinvenuti in zona) in modo da consentire salti e percorsi diversificati e acquistando le caratteristiche di opera di importanti dimensioni.
L’opera abusiva è stata realizzata all’interno di area di rilevanza paesaggistica e di notevole interesse ecologico - naturalistico, essendo riconosciuta infatti quale Sito di importanza Comunitaria (SIC) e Zona di protezione Speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE e della Direttiva Uccelli 2009/147/CE.
L'Oasi, estesa per circa 160 ettari, ha un'ampia spiaggia dove nidifica ancora il fratino. E poi dune pioniere, "dune bianche" colonizzate da Ammophila littoralis - pianta erbacea della famiglia delle Poaceae-, "dune grigie" con praterie aride e tappeti di muschi con alcune specie di flora e fauna endemiche e circoscritte ai litorali alto-adriatici. Alle spalle una pineta di circa 30 ha, gestita dai Servizi Forestali regionali, e vaste praterie umide.
Nel mare Adriatico antistante vivono le tartarughe marine.
La pista, così come realizzata ha visivamente modificato lo stato dei luoghi e, oltre a impedire la fruizione della parte interessata da parte della collettività, ha alterato in modo evidente la bellezza paesaggistica dell’Oasi, creando gravissimi danni alla preesistente vegetazione e agli habitat tutelati, anche con una compromissione della nidificazione e riproduzione di specie di avifauna protetta.
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