Piazza Ferretto a Mestre, commercio al capolinea: «Funzionano soltanto bar e ristoranti»

MESTRE. Piazza Ferretto con una vetrina su tre oramai chiusa è l’emblema della crisi del commercio: un malato grave che oggi viene messo in ginocchio dalla crisi economica da Covid-19. Diciannove vetrine su 55 sono sfitte. Ma i negozi che resistono si fanno sentire.
«Noi di Zancanaro, Duca d’Aosta, Cappelletto, Caberlotto non molliamo», dice la signora Costantini che con la sorella gestisce il negozio, con oltre 120 anni di vita, di abbigliamento e biancheria. «Ma dovete anche spiegare che ci chiedono di tenere aperto la domenica ma noi non lo abbiamo fatto perché in un novembre con temperature quasi estive, non si vende a Mestre. La gente non entra, fa l’aperitivo e non lo shopping in centro.Per fortuna noi siamo proprietari dei muri».
Il settore abbigliamento ha vendite in crollo del 80 per cento e molti segnalano gli alti prezzi degli affitti. «Fosse solo il peso dei fitti...» commenta Maurizio Franceschi, direttore della Confesercenti. «L’affitto ora si mescola alla tassazione locale e nazionale e la pandemia accelera la crisi, limita i consumi, e fa vedere nero sul futuro. Abbiamo gli anticorpi per reagire. Ma occorrono due azioni: i ristori non limitano chiusure e fallimenti; serve una riduzione generalizzata di tutti i costi, a partire dal costo del lavoro, le tasse e le imposte locali»,spiega. Guido Moriotto dell’agenzia Casa Più di Riviera XX Settembre conosce bene il mercato.
«Una volta in piazza Ferretto si affittava a non meno di 50 euro al metro quadro al mese; oggi si va dai 15 ai 25 euro al metro quadro al mese. L’abbigliamento non funziona più; lavorano bar, pasticcerie, ristorazione. Io resto convinto che per incentivare il centro, la leva sono i parcheggi. Bene i 90 minuti gratis ma non basta; mettiamo ovunque la sosta a 50 cent l’ora. Altrimenti avremo sempre la concorrenza dei grandi centri commerciali, dove si parcheggia gratuitamente».
Valerio Lastrucci dell’Uppi, unione piccoli proprietari, ricorda l’appello inviato al Comune per un patto col Sunia. «Proprietari e inquilini sono d’accordo per un patto, ma serve l’aiuto del Comune». Già da marzo avevano proposto una moratoria nel pagamento di parte del canone, fino al 50%, per tre mesi. «Ma Venezia è un territorio fragile dal punto di vista economico che ha un potenziale che non si esprime a causa di una classe dirigente incapace e mi ci metto anche io», ammette Lastrucci. Lavora sugli aiuti l’assessore al commercio Sebastiano Costalonga: «Ogni chiusura è una coltellata».
Sindaco e assessore al bilancio studiano i conti 2021 per una manovra di aiuti. «Al prossimo tavolo, mercoledì, con le categorie ho invitato anche gli assessori Zuin e Mar. Ci sono idee interessanti: spostare gli eventi del Carnevale, dopo Pasqua, per 4 settimane. Favorire l’affitto dei negozi magari usando il credito di imposta. Servono sconti per chi acquista nei negozi dei centri storici». —
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