Piano per i centri storici approvato, o forse no

CHIOGGIA. Mistero sul piano particolareggiato dei centri storici. Lo strumento urbanistico è approdato in commissione di Salvaguardia nella seduta del 29 maggio per il voto, ma proprio l’esito della votazione sta creando interpretazioni opposte. Per il sindaco Alessandro Ferro il piano è stato approvato e si può procedere con i passaggi finali dell’iter, per la Salvaguardia la votazione non è valida perché su 16 commissari presenti solo 7 hanno votato positivamente mentre gli altri si sono astenuti. Una situazione kafkiana che farebbe ridere se di mezzo non ci fossero migliaia di persone che attendono da 15 anni il piano per ristrutturare la casa, ampliarla, ricavare garage o destinare i piani terra ad attività commerciali e altrettante persone, dipendenti o titolari di piccole imprese edili, che attendono il piano per avviare cantieri che rimetterebbero in moto l’economia.
L’entusiasmo dell’amministrazione per un piano che, mercoledì pomeriggio, sembrava approvato, si è spento ieri mattina quando la Salvaguardia ha chiarito che la votazione non va considerata in modo positivo. Alla seduta erano presenti l’assessore all’Urbanistica Elga Messina e i tecnici per fornire le spiegazioni su eventuali dubbi che la commissione avesse sollevato, che sono usciti al momento della votazione. Al termine hanno chiesto l’esito: 7 voti favorevoli, 9 astenuti. Se ne sono tornati a Chioggia convinti che il piano fosse stato approvato mettendo fine a un iter lunghissimo procedendo velocemente con i passaggi finali, la Valutazione ambientale strategica in Regione e l’adozione definitiva in consiglio comunale. La notizia ha fatto il giro della città ed è stata ufficializzata dal sindaco.
Ieri mattina però è arrivata la doccia fredda. La Salvaguardia ha chiarito che quel voto non può essere considerato come un’approvazione. «È una situazione surreale», commenta Ferro, «pur essendosi tenuta una votazione, che noi riteniamo valida e positiva, la commissione dichiara di non aver espresso un voto favorevole. Sono allibito tanto più che il voto della Salvaguardia non sarà vincolante per i progetti e quindi perde di significato. Mi meraviglio anche che tra gli astenuti ci siano alcuni chioggiotti che conoscono bene quali sarebbero i benefici con l’approvazione del piano. Un importante passo in avanti verso un obiettivo che nessuna delle amministrazioni precedenti è riuscita a ottenere. Quando verrà approvato il piano le pratiche edilizie non dovranno più essere valutate dalla Salvaguardia riducendo di molto i tempi per il rilascio dei permessi». In Salvaguardia siedono l’ex assessore Massimiliano Tiozzo, la consigliera di Chioggiaviva Marcellina Segantin e l’ingegnere Pierdomenico Pregnolato. «Vogliamo vedere il verbale della seduta», spiega Ferro, «per capire come abbiano votato i chioggiotti e le motivazioni per l’astensione. Il piano è strategico per creare chiarezza e innovazione negli interventi edilizi nei centri storici e avviare interventi attesi da decenni. Per noi il piano è stato esaminato e ci può essere restituito per procedere con gli ultimi passaggi in modo da adottarlo entro la fine dell’anno». La Salvaguardia però pare di avviso contrario.
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