Patenti facili, stangata per cinque autoscuole

Patenti facili, dopo l’indagine della polizia stradale di Treviso che a ottobre ha portato all’arresto di dieci persone in Veneto coinvolgendo tre società e sei autoscuole veneziane, si è mossa la Città metropolitana che ha disposto la revoca dell’esercizio di attività, vale a dire la chiusura.
Una decisione presa dopo che nelle scorse settimane il settore Trasporti della Città metropolitana ha ricevuto dalla polizia stradale la documentazione relativa all’indagine che aveva portato alla luce un sistema in base al quale, in cambio di cifre tra i 2.000 ed i 3.000 euro, l’organizzazione offriva, soprattutto per clienti stranieri con difficoltà a comprendere i test scritti in italiano, un “pacchetto” completo di servizi per superare l’esame, che comprendeva la fornitura di apparati audio-video, gli indumenti da indossare durante l’esame e il loro trasporto dalla base operativa, individuata in un appartamento di Mira, alla Motorizzazione civile sede dell’esame scritto.
Dopo aver letto gli atti la Città Metropolitana ha quindi deciso di procedere alla revoca dell’autorizzazione nei confronti di due società. Una è quella cui fanno riferimento le tre autoscuole della famiglia Cavasin, la Europa-Gruppo 2000 di via Trieste 252, l’Autoscuola 2000 di via Risato Bellin 85 a Oriago e l’autoscuola Catene di via Trieste 135. Secondo l’indagine della polizia stradale Umberto Cavasin, 60 anni, di Mira, titolare della società, era uno dei perni del sistema, assieme alla sorella Gabriella (56) e al figlio Dario (36) che era finito ai domiciliari mentre un altro figlio, Mattia (29), aveva ricevuto l’obbligo di dimora.
L’altra revoca riguarda invece le due sedi dell’autoscuola Serenissima, entrambe a Mestre, in via San Donà 162 e in via Colombo 8. Dopo l’operazione della polizia stradale Ugo Chiapatti (47), socio accomandatario della Serenissima, è ancora ai domiciliari. La revoca dell’esercizio di attività è di pochi giorni fa ma non è chiaro - quanto meno dal punto di vista dei destinatari - se la revoca, con la conseguente chiusura, abbia effetto immediato o meno.
«Abbiamo ricevuto notizia della revoca», spiegano ad esempio dalla società Serenissima, «ma la legge in materia non è chiara e per questo, venerdì, abbiamo inviato una lettera alla Motorizzazione civile per sapere se dobbiamo chiudere subito o possiamo continuare, ma non ci hanno risposto». In ogni caso le società hanno 60 giorni per presentare ricorso al Tar, e 120 per il ricorso straordinario al Capo dello Stato. Nel frattempo, per proseguire l’attività, alla Serenissima sono al lavoro per modificare l’assetto societario e proseguire un’attività, probabilmente con un nome diverso, aperta nel 1965. La risposta della Motorizzazione dovrebbe arrivare entro la fine della settimana. Nel documento in cui si motiva la revoca dell’autorizzazione, la Città metropolitana parla di «gravità dei fatti direttamente connessi all’esercizio dell’attività». Nell’inchiesta c’era una terza autoscuola coinvolta, la Moderna, con sede a Scorzè, chiusa all’inizio dell’estate, che proprio per questo non è stata destinataria di alcun provvedimento da parte della Città metropolitana. Ai domiciliari era finito Agostino Genduso, 43 anni di Marcon, poi scarcerato dal tribunale del Riesame e sottoposto invece all’obbligo di dimora. (f.fur.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia