Pastore scuoia agnellino arrivano i carabinieri

Prima la curiosità, sabato mattina, quando nella macchia alberata che sorge all’angolo tra viale della Repubblica e via Piave, a Marcon, è improvvisamente apparso un gregge di pecore e capre, con tanto di cani pastore al seguito.
Poi, ieri, mattina, lo sdegno, quando una donna del quartiere ha notato che il custode del gregge, ancora fermo in quel terreno incolto, stava scuoiando un piccolo agnellino dopo averlo appeso a un albero, totalmente dimentico di trovarsi proprio di fronte a un ampio complesso residenziale, in una giornata festiva.
Immediata è scattata la segnalazione alle forze dell'ordine, e sul posto è quindi intervenuta un’auto dei carabinieri. I militari, che hanno subito intercettato il pastore, hanno anche recuperato la minuta carcassa che l’uomo aveva gettato in pasto ai cani, poi hanno allertato i veterinari dell’Asl 12. La questione, però, si è subito rivelata più complicata del previsto: non solo il gregge non era di proprietà del pastore, il quale evidentemente svolgeva solo il ruolo di custode per la transumanza, ma bisognava anche individuare le precise violazioni non sarebbe stato semplice.
I residenti di Marcon contestavano infatti all’uomo di aver tenuto le bestie in condizioni insalubri, senza copertura e senza un vero recinto, e lasciando i due cani alla catena per tutta la notte.
In particolare, nella notte tra sabato e domenica, quando il maltempo ha flagellato il Veneziano con raffiche di pioggia battente e violente sferzate di vento, qualcuno ha iniziato a preoccuparsi, vedendo i capi d’allevamento abbandonati alle intemperie, un ragazzino del posto si è persino preoccupato di portare qualcosa da mangiare ai due cani. Ma c’è anche da considerare che microchip e documenti per il bestiame erano perfettamente in regola. E che animali come quelli sono perfettamente abituati alle condizioni climatiche più difficili, specialmente durante la transumanza.
Resta tuttavia da chiarire l’esatta dinamica che ha portato alla morte dell’agnellino scuoiato: i veterinari dell’Asl 12 hanno perciò requisito il corpicino straziato e nelle prossime ore le analisi degli esperti cercheranno di stabilire come e quando l’animale sia deceduto; solo allora sarà possibile procedere con una denuncia formale, ammesso ovviamente che l’autopsia riveli maltrattamenti.
Nel frattempo cani, gregge e pastore sono rimasti dov’erano, nonostante le proteste dei residenti.
Giacomo Costa
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