Ortopedia senza medici “richiamati” due pensionati

DOLO
Ortopedici in pensione tornano in servizio nel reparto di Ortopedia dell’ospedale di Dolo dove avevano lavorato da giovani. Un reparto che costituisce un’eccellenza a livello regionale. Tornano per dare il loro contributo in un periodo che sta facendo i conti, non solo con l’emergenza epidemica, ma anche con la difficoltà nel reperire nuovi ortopedici. A spiegarlo è direttamente il primario Paolo Esopi. «Il dottor Riccardo Armato sta lavorando insieme a noi da qualche settimana», dice Esopi, «aveva iniziato la sua carriera da specialista ortopedico proprio in questo ospedale. Da pensionato ha deciso di ritornarci fornendo, sia agli utenti che a noi colleghi, una risposta di grande qualità ed efficienza».
Accanto a lui, per quanto riguarda la parte ambulatoriale, è tornato a lavorare un altro ortopedico pensionato: Angelo Majoni, già responsabile del servizio di chirurgia ortopedica pediatrica. Armato è anche uno specialista esperto in artroscopia, tecnica mininvasiva attuata al ginocchio, come la ricostruzione del menisco e dei legamenti crociati. «Grazie a lui, qui a Dolo abbiamo ripreso a ritmo più veloce questo tipo d’intervento, che è abbastanza frequente ed è causato da traumi di vario tipo, domestici e sportivi, ma anche da traumi da strada». I numeri di ortopedia a Dolo sono importanti. A fianco dell’attività artroscopica, l’Ortopedia di Dolo lavora anche sulla chirurgia conservativa dell’anca. Dal 2017 ad oggi, in questo reparto sono stati eseguiti circa una trentina di questi interventi, su pazienti selezionati, che hanno permesso, nel 98% dei casi, il risultato atteso. La maggior parte delle persone sottoposte a questa tecnica hanno potuto riprendere completamente la propria funzionalità, abbandonando del tutto le stampelle.
«“La lesione del piccolo e medio gluteo, cioè la lesione della cuffia abduttoria dell’anca, è una patologia che colpisce circa il 25% della popolazione», dice Esopi, «ed è praticamente analoga alla già nota e trattata lesione della cuffia della spalla. Tanto che se una persona viene operata per una delle due patologie c’è un altissimo rischio che debba anche essere poi operata per l’altra».
Il reparto dolese esegue quasi oltre 2 mila interventi l’anno, tra traumatologia e ortopedia e interventi programmati e non d’urgenza. «Le fratture al femore», «conclude il primario, «riguardano soprattutto una fascia di popolazione anziana». —
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