Onfredo, il capovalle che lavora tutte le notti

Alla scoperta dell’oasi tra mare e laguna che ospita decine di specie di uccelli migratori 

BIBIONE. Si alza tutte le notti e dalle 2 all’alba, getta dalla barca il mangime agli uccelli migratori che in migliaia invadono ogni anno Valgrande. Si chiama Onfredo Angiolin e dall’alto dei suoi 73 anni è uno dei capovalle più invidiati d’Italia. Figlio di un capovalle ha lavorato con il conte Marzotto nella valle da pesca di Campagnia Lupia poi venduta alla famiglia Roncato dell’omonima storica valigeria italiana. Da Campagna Lupia Onfredo è arrivato alcuni anni fa a Bibione, chiamato da Gianni Carrer, attuale vicensindaco, proprietario dell’hotel Palace e innamorato della natura. È lui infatti che gestisce Valgrande, di proprietà della famiglia Ferri di Padova, una valle da pesca di enorme valore ambientale tanto da essere stata proclamata area di tutela paesaggistica di interesse regionale

Trecentosessanta ettari di canneti, specchi lacustri, boschi e bacini da visitare solo a cavallo, a piedi, o al massimo in bicicletta. Qui Carrer ha ristrutturato l’antico casone creando un resort di grande fascino naturalistico.

Ma a gestire il lento ma costante ritmo della natura è il capovalle Onfredo che deve occuparsi anche della complicata gestione del pesce che entra in valle dal mare e che viene seminato. «Sì è una vita dura perché bisogna lavorare di giorno e di notte, ma la passione fa passare in secondo piano le difficoltà. Per il pesce», racconta Onfredo, «a primavera c’è la semina dei branzini delle volpine. Poi bisognerà aspettare tre anni per poterli vendere. Dal mare il pesce entra in valle attraverso delle chiaviche che vengono chiuse quando i pesci sono entrati. A questo punto bisogna gestire tutto questo pescato tenendo conto della temperatura dell’acqua e della presenza di ossigeno. Per questo devo uscire anche di notte per controllare se i parametri sono giusti e se bisogna intervenire. Perché», sottolinea il capovalle, «se l’acqua gela il pesce muore».

Un lavoro pesante che non conosce orari, domeniche o festività: il capovalle è sempre impegnato a preservare l’ambiente. Valgrande è famosa anche per la quantità di uccelli che trovano riparo e ospitalità. «Gli uccelli migratori», racconta ancora Onfredo, «ormai da anni dai paesi del Nord Europa e dalla Russia in migliaia si fermano in questa valle perché trovano un habitat perfetto, tanto che poi non migrano più verso l’Africa e restano qui. La prova sono i germani reali c nati qui». Ma per preservare questo ambiente Onfredo deve uscire in barca tutte le notti: «Dalle due all’alba getto la postura in modo che gli uccelli possano mangiare e quindi rimanere in valle. Bisogna però andare via prima dell’arrivo della luce altrimenti gli uccelli non arivano». AValgrande vengono anche i cacciatori ma con regole precise: «Possono abbattere al massimo venti uccelli», spiega il capovalle, «ma molti si innamorano di questi luoghi e lasciano il fucile per compiere delle escursioni e questo mi da una grande soddisfazione». A 73 anni Onfredo non ha nessuna voglia di mollare anche perché sarà molto difficile trovare un sostituto: «Nessuno vuole fare questo lavoro. Ci vuole passione ed esperienza e io andrò avanti finchè posso». Valgrande custodisce anche alcuni reperti archeologici come i resti di una villa patrizia romana scoperta alla base del Motteron dei Frari, una grande duna che divide la valle dal mare. Qui è stato anche scoperto un mosaico di rara fattura. (g.d.p.)

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